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La nostra rubrica sul mondo golfistico a cura di Paolo Pilla
PILLOLE DI GOLF/251: LE STELLE DELL'EUROPEAN TOUR PER LA PRIMA VOLTA IN ARABIA
Dopo le polemiche sui diritti umani, Dustin Johnson vince il Saudi International
È la prima volta che l’European Tour approda in Arabia Saudita. Si gioca sul percorso del Royal Greens G&CC a King Abdullah Economic City. Ad aumentare il prestigio dell’incontro, l’altro americano Patrick Reed, lo spagnolo Sergio Garcia, gli inglesi Ian Poulter, Matt Wallace e Lee Westwood, lo svedese Henrik Stenson, il danese Thorbjorn Olesen e i cinesi Hatong Li e Ashun Wu.
Degli azzurri, è Nino Bertasio l’unico azzurro a essere andato finora a premio. Edoardo Molinari, Renato Paratore e Andrea Pavan debbono cancellare l’onta dell’uscita al taglio di Dubai; Lorenzo Gagli e Matteo Manassero sono al loro debutto 2019. Il montepremi è di 3.500.000 dollari.
Il campo di gioco è vicino Gedda, discussa sede della Supercoppa tra Juve e Milan dello scorso 16 gennaio, incontro che ha ingenerato accesi contrasti. Come in quell’occasione, anche ora qualcuno ha polemizzato sull’opportunità di giocare in Arabia, dare cioè lustro, a un Paese poco attento ai diritti umani. La famiglia reale è sospettata di aver provocato l’omicidio del giornalista Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul. È auspicabile che lo sport, in particolare il Golf, portabandiera di principi etici, contribuisca ad aiutare il mondo arabo a rispettarli. Un solo campione ha rinunciato alla competizione, motivato dalla violazione dei diritti umani da parte dell’Arabia Saudita: l’inglese Paul Casey. Il pensiero dei giocatori che han deciso di partecipare è chiaro, ed è il pensiero di tutti: "E' il mio lavoro, sono pagato per questo, non mi piace che alle donne di questo Paese vengano negati i diritti, e che spariscano gli oppositori, ma io gioco a golf, non faccio politica. Gioco una partita, per me e per la mia squadra, per gli sponsor". Vivere la bella esperienza del golf, potrebbe forse essere utile al mondo arabo, anche per rivedere il loro modo di pensare.
L’Arabia saudita sta dimostrando un forte interesse per il golf, vuoi per affari, vuoi per lungimiranza. Sta di fatto che l’European Tour ha firmato un accordo di vari milioni di dollari per far entrare il Golf in Medio Oriente, e per i professionisti sono stati milionari i premi d’ingaggio. È ovvio che la scelta di un giocatore è determinata dal prestigio e dal montepremi, per questa disciplina la regione è tutta da esplorare.
Keith Pelley, Ceo dell’European Tour, è appagato dal contratto stipulato in Arabia Saudita, con cui è in ottimi rapporti. Per tre anni può contare su strutture d’avanguardia, e sente garantita la sicurezza degli atleti. D’altro canto, il non aver accettato di giocare avrebbe forse cambiato la situazione in Arabia? Sarebbe certamente servito per dare un segno, ma niente di più. Di sicuro ci sarebbe un peggioramento del rapporto con gli Arabi, e disastroso il mancato rispetto dei contratti con gli sponsor.
Ma ora seguiamo la partita: Una buona partenza per gli azzurri. Paratore è al secondo posto con 65 (-5) per 6 birdie e un bogey; fa un bel giro anche Matteo Manassero, ottavo con 66 (-4), e Lorenzo Gagli, 16° con 67. In posizione centrale della classifica, sono gli altri azzurri. Al comando, con 63 (-7), è il belga Thomas Pieters, 26enne di Geel, con tre titoli sul circuito; i due colpi di vantaggio su Paratore, li ha presi con sette birdie senza bogey. Marciano a fasi alterne i giocatori più attesi: lo svedese Henrik Stenson, gli statunitensi DeChambeau e Johnson 31esimi, lo spagnolo Garcia stesso score di Molinari, e l’inglese Justin Rose, leader del world ranking, alla pari con Bertasio.
Nel secondo round, giornata del taglio, non mancano i colpi di scena. È lo statunitense Dustin Johnson, numero tre mondiale, a prendere il largo. Con un giro capolavoro, in 61 (-9), frutto di un eagle alla buca quattro e sette birdie senza bogey, dal 31° passa al primo posto. Pur avendo collezionato diciannove successi sul PGA Tour, Johnson non ha mai vinto sul circuito europeo. Ora guida la classifica con uno score complessivo di -11, e tre colpi di margine sugli avversari. Lo seguono il sudafricano Zander Lombard e il cinese Haotong Li, secondi, con (-8). Dei sei italiani accedono alla fase finale in cinque: Lorenzo Gagli con un buon piazzamento,18°, Andrea Pavan, 33esimo, Renato Paratore che retrocede dalla seconda alla 47^ piazza in compagnia di Koepka, Garcia, Molinari, e Bertasio. Matteo Manassero, ieri ottavo, oggi è purtroppo fuori dai giochi. Con lui, a sorpresa, l’inglese Justin Rose numero uno al mondo, e lo svedese Henrik Stenson stesso score di Manassero. Sembrano già tagliati fuori dal podio lo spagnolo Garcia e l’americano Koepka, numero due del world ranking, 47esimi, come Paratore.
È il cinese Haotong Li, che con un ottimo 62 (-8) aggancia oggi lo statunitense. Ben quattro eagle, dei quali tre su par 4, cosa più che rara in un giro. I due leader hanno cinque colpi di vantaggio. Risalgono al 15° posto Bertasio e Paratore, perdono qualcosa Gagli, e Pavan, rimane un po’ indietro Edoardo Molinari, 52°. A questo punto, per il titolo è una corsa a due, perché Li e Johnson hanno cinque colpi di vantaggio sull’inglese Tom Lewis, anch’egli autore di un 62, miglior score di giornata, che ha però scarse possibilità di superarli. Fuori gioco l’americano DeChambeau, 15° come Bertasio e Paratore, e deludente Koepka, numero due mondiale, 61° con 213 (+3). Garcia, che non è nuovo a intemperanze, è stato squalificato. Ha infranto la regola 1.2a, ossia grave comportamento scorretto, per aver danneggiato, stizzoso, un paio di green (secondo un giornalista scozzese addirittura cinque). “Rispetto la decisione - ha detto El Niño - è stato per frustrazione, mi scuso, non accadrà più”. Nel processo disciplinare è stato coinvolto anche Keith Pelley, amministratore delegato del Tour europeo.
E arriviamo alle battute finali: Dustin Johnson vince il Saudi International, ottenendo il primo successo sull’European Tour. Con un parziale di 67 (-3) che lo ha portato a un totale di (-19), lo statunitense ha avuto ragione del tenace cinese Haotong Li (-17), che nulla ha potuto contro i due birdie che hanno chiuso il gioco del numero tre mondiale. Al terzo posto, con (-16), l’inglese Tom Lewis. Renato Paratore si è classificato 18° con (-8). A metà classifica gli altri italiani. Dustin Johnson è stato gratificato con un assegno di 508.260 euro su un montepremi di 3.060.000.
Il “Saudi International”, torneo inaugurale di Golf del principe ereditario Mohammed bin Salman, è stato teatro di episodi particolari e accese polemiche. Oltre alla mancata iscrizione dell’inglese Paul Casey, c’è stata stranezza nei default dell’inglese Justin Rose, numero uno al mondo, che ha saltato il taglio del venerdì; dello svedese Stenson, degli americani DeChambeau e Koepka, per non parlare dell’oltraggio al Campo fatto dall’iberico. Si dice che i vari Campioni siano stati pagati fino a 1 milione di dollari per competere nell'Internazionale saudita.
Paolo Pilla