Tre appuntamenti dedicati alla dispersione del patrimonio artistico italiano
STORIE DI COLLEZIONI DISPERSE O DIMENTICATE
Giovedì 31 gennaio, 7 e 14 febbraio Palazzo Foscolo ore 20.45
ODERZO. "Oderzo Cultura" organizza tre incontri, condotti da Giandomenico Romanelli (già direttore dei Musei Civici di Venezia, docente di Storia dell'Architettura allo Iuav e di Storia delle Arti e Conservazione dei Beni artistici a Ca' Foscari) in cui saranno ospitati studiosi ed esperti che, a lungo e in modi diversi, si sono occupati dei casi più clamorosi di svendita o dispersione di capolavori italiani.
Il programma prevede come primo ospite - giovedì 31 gennaio a Palazzo Foscolo alle ore 20.45 - lo scrittore e giornalista Alessandro Marzo Magno, che ha affrontato nelle sue ultime pubblicazioni il tema delle opere d’arte divenute bottino bellico. Seguirà, giovedì 7 febbraio, Andrea Bellieni: architetto, museografo e museologo, Bellieni opera presso i Musei Civici di Venezia (Fondazione MuVe) col ruolo di responsabile e conservatore del Museo Correr e della Torre dell’Orologio. Chiude la rassegna, giovedì 14 febbraio, Fabio Isman. Giornalista, ha lavorato per Il Messaggero, Il Piccolo e Il Gazzettino, occupandosi di molti argomenti e a lungo di beni culturali, ai quali ha dedicato numerosi libri.
Gli incontri saranno l’occasione per evidenziare, insieme alle vicende delle opere, quelle di alcuni tra gli artefici più celebri di tali azioni ma anche quanti si sono impegnati per la loro salvaguardia e recupero. Tra i primi, oltre a Napoleone, si parlerà inevitabilmente di Hitler, tra i secondi, merita di essere ricordato il grande scultore Antonio Canova, adoperatosi con successo, come forse in pochi sanno, nel recupero di moltissime opere portate in Francia all’inizio dell’Ottocento. Gli appuntamenti si terranno a Palazzo Foscolo – sede della Pinacoteca Alberto Martini, uno dei luoghi che per eccellenza rappresenta il lavoro di tutela e valorizzazione delle collezioni d’arte, archeologiche e librarie che Oderzo Cultura svolge per il patrimonio opitergino.