TREVISO - «Dal 2010 lo Stato italiano – e dunque tutti i contribuenti della Penisola – sta pagando una parte consistente del debito storico di Roma, che vale 12 miliardi di euro. L’accordo viene confermato nel nuovo “decreto crescita”. È uno schiaffo contro i quei Comuni e i loro amministratori che governano con competenza e responsabilità, come i Comuni del Nord, in particolare quelli della provincia di Treviso, che sono ridotti alla canna del gas, senza personale, senza possibilità di investire risorse proprie».
La denuncia di Mariarosa Barazza, presidente dell’Associazione Comuni della Marca Trevigiana, introdurrà domani, giovedì 11 aprile, il convegno organizzato dall’ente “La situazione finanziaria dei Comuni e i meccanismi istituzionali di controllo: profili problematici ed evolutivi” in provincia dalle 9 alle 13.30 (sala Consiglio).
«Da anni le amministrazioni trevigiane stanno conducendo una battaglia per difendere gli interessi e le legittime aspettative dei Comuni di questo territorio e far capire al Parlamento e al Governo la pesante condizione di sofferenza degli Enti locali i quali, con poco personale, tagli delle risorse e con tanti sacrifici degli Amministratori e dei dipendenti, riescono ad essere comunque dei Comuni virtuosi – spiega Barazza -. Il nostro territorio ha fatto una battaglia per i Fabbisogni Standard per garantire un’equa distribuzione delle risorse tra i Comuni che tuttavia è stata vanificata da una iniqua introduzione della capacità fiscale a tutto vantaggio di altre realtà comunali; con questo artifizio non solo è stato vanificato il riequilibrio dei trasferimenti economici, che doveva essere fatto a favore dei nostri comuni con i conteggi dei Fabbisogni Standard, ma è stata addirittura peggiorata per i nostri comuni la sperequazione dei precedenti trasferimenti statali».
Il convegno è stato promosso perché all’orizzonte si sta profilando un altro pericolo: l’emergenza di troppe realtà comunali con bilancio di fatto in dissesto che pretendono di essere sanate con risorse a carico del Fondo di solidarietà, cioè a spese dei Comuni virtuosi. Tale soluzione, tra l’altro, di recente ha trovato un punto di appoggio importante in una recente sentenza della Corte Costituzionale.
«Dobbiamo perciò tenere alta l’attenzione su ulteriori impropri interventi di “socializzazioni delle perdite” registrabili nel mondo delle autonomie locali prodotte da non corrette e sane gestioni amministrative e finanziarie, pena la definitiva compromissione dei servizi alle nostre collettività – conclude la presidente del Associazione Comuni della Marca Trevigiana -. Vogliamo rappresentare le istanze del nostro territorio subito, prima che sia troppo tardi. Se lo Stato vuole sanare le perdite di quei Comuni non deve farlo a spese degli altri Comuni virtuosi con il Fondo di solidarietà!».