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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

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La mostra a Palazzo Sarcinelli

DIALOGHI DIVERGENTI

Tre artisti a confronto tra fotografia, pittura e parola


CONEGLIANO - L’esposizione "Dialoghi divergenti", presso la Galleria Novecento di Palazzo Sarcinelli, nasce dall’impegno culturale dell’associazione Visual Art rivolto a promuovere la libera espressione artistica. Il percorso presenta possibili dialoghi tra fotografie, opere pittoriche e testi letterari che stimolano nuove interpretazioni e contemporaneamente esaltano le singole personalità artistiche. La forza comunicativa delle foto di Michele Basanese e di Raffaella Giardini, la gestualità pittorica di Valerio Pazzaia entrano in relazione tra loro grazie ai parallelismi letterari puntualmente ricercati e selezionati da Raffaella Lorenzon.
La ricca produzione fotografica di Michele Basanese vede il susseguirsi di diversi temi nello sviluppo di un arco cronologico ampio che dagli anni Settanta giunge fino ai nostri giorni. I soggetti spaziano dal mondo contadino di un “tempo perduto” alla realtà urbana, indagata nelle sue stratificazioni, alle specificità culturali dei luoghi come Burano, Londra, Torino. La visione complessiva del suo lavoro spinge a una riflessione sulle coordinate di spazio e di tempo nella dinamica delle loro relazioni. Partendo dalla specifica proprietà della fotografia di fermare in uno scatto l'istante di vita, Basanese si sofferma sulle possibilità di cogliere nella sintesi dell'immagine anche il cambiamento e la dinamica culturale. In questo senso, nelle sue foto il principio estetico che regola la percezione dei colori e delle forme lascia emergere una particolare interpretazione dello spazio, come luogo di vita dell'uomo, e del tempo, come processo storico e culturale. L'occhio del fotografo quindi dall'immediata e particolare bellezza dell'immagine si addentra in un'indagine più profonda quasi “antropologica” del luogo.
Paesaggi e scorci della Marca trevigiana, appaiono nelle foto di Raffaella Giardini come visioni di altri tempi. Treviso, il lungo Sile, Valdobbiadene sono luoghi familiari carichi di ricordi di un'infanzia lontana. Emerge un particolare sentimento, commisto di serenità, nostalgia, malinconia, che trasfigura i paesaggi e le vedute restituendoci una visione sbiadita, trasognata, consumata. Per Raffaella Giardini la fotografia diviene medium immediato, interattivo e “manipolabile” in grado di esprimere la particolare visione introspettiva e il profondo legame con quei luoghi. Nella produzione recente, emerge una nuova sperimentazione digitale che si basa sullo sviluppo delle infinite tonalità del monocromo o del bianco e nero, in cui i segni scuri e le zone d’ombra creano un singolare effetto “grafico-pittorico”. Nella serie dei Ritratti, la delicatissima elaborazione del chiaroscuro riesce a focalizzare tutta l’intensità espressiva dei volti, che conservano la freschezza e la spontaneità della presa diretta del reale.
Valerio Pazzaia nell’arco di circa quarant’anni ha saputo elaborare un personale modus operandi, in cui il pensiero creativo si combina con la continua sperimentazione tecnico-formale. La forza costruttiva dell’immagine, l’immediatezza del segno, la libertà del colore restano gli elementi caratterizzanti della sua produzione, dalle incisioni, ai ritratti, ai vigneti, alle figure e alle ballerine. Tale ricerca trova le sue radici nella matrice espressionista di diversi movimenti e correnti dell’arte contemporanea, dalle avanguardie storiche al graffitismo americano degli anni Ottanta. Per Valerio Pazzaia, l’espressione formale nasce da un pensiero introspettivo che lui stesso definisce “divergente”, volto a penetrare il profondo del proprio essere e a cogliere le multiple rivelazioni provenienti dall’infinita sfera del sentire. L’aspetto concettuale del suo pensiero trova spiegazione nel termine “psiconauta” tanto caro all’artista, riferito alla volontà di penetrare gli stati profondi della coscienza attraverso il fare creativo per esplorare l’esperienza e l’esistenza umane.