La Geriatria del Ca' Foncello svuotata in 5- 7 giorni
CASO DI CORONAVIRUS A CONEGLIANO: 75ENNE IN RIANIMAZIONE
Prognosi riservata, ma condizioni stabili
Rispetto alle 24 di ieri, il nuovo caso riguarda un 75enne. L’uomo è affetto da altre pregresse patologie, a differenza degli altri pazienti però non è collegabile al reparto di Geriatria dell’ospedale di Treviso, principale focolaio in provincia.
Come ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, l’anziano era stato ricoverato a gennaio a Vittorio Veneto, poi, una volta migliorato era stato dimesso. Lunedì scorso si è presentato al Pronto soccorso di Conegliano, con febbre, tosse e difficoltà respiratorie. Il test ha dato responso positivo e ora si trova in isolamento nella Terapia intensiva coneglianese. La prognosi rimane riservata, ma le sue condizioni sono definite stabili.
Geriatria sarà svuotata in 5-7 giorni per procedere ad una sanificazione profonda e poi riaprire. Una sessantina di pazienti. Quelli le cui condizioni lo consentono verranno dimessi e seguiti a domicilio. Per gli altri verrà attrezzato un ospedale di comunità, nella palazzina delle Malattie infettive, mentre si conta di mantenere nell’ospedale vero e proprio solo una quota minima dei più gravi per altre malattie.
Sono stati sottoposti a test 182 dipendenti dell’ospedale: oltre a quello di Geriatria, anche il personale di altri reparti dove erano stati trasferiti o visitati degenti provenienti dall’unità oggi blindata: le Medicine, Terapia intensiva cardiologica e Otorinolaringoiatria. 153 addetti sono risultati negativi, 29 positivi: 7 medici, 10 infermieri e 12 operatori socio-sanitari, che sono stati messi in quarantena preventiva.
A proposito di personale, la Regione ha già autorizzato 40 nuove assunzioni, ma, a causa degli adempimenti burocratici, le nuove figure non potranno iniziare a lavorare prima di fine mese. Nel frattempo le assenze, sottolineano dall’Ulss, vengono coperte grazie allo sforzo degli addetti in servizio, con turni supplementari.
Dall’Ulss 2 ribadiscono come fosse impossibile individuare e bloccare prima l’infezione diffusasi nella Geriatria: Luciana Mangiò, la 76enne paziente deceduta, posto sia lei il paziente zero, era stata ricoverata quando i protocolli del ministero prevedevano il tampone solo per chi aveva avuto contatti con il focolaio in Cina. E non era il caso dell'ex insegnante trevigiana.
Nel complesso sono un centinaio i trevigiani positivi con sintomi lievi seguiti a domicilio, oltre a circa 300 loro familiari e contatti stretti, asintomatici. Salvo pochissimi casi, tutti riconducibili in qualche modo al cluster di Geriatria.
Dopo la 97enne deceduta ieri, ospite di una casa di riposo di Treviso, è risultato positivo al Covid19 anche un ospite di una struttura di Casale sul Sile. E’ stato posto isolamento e verranno controllati tutti quanti hanno avuto contatti con questa persona. Gli altri ospiti verranno trasferiti in un vicino immobile attrezzato e già utilizzato nel recente passato, in occasione di lavori nella sede principale.
Con tutti gli istituti di ricovero, l’Ulss ha concordato particolari misure per il trattamento di eventuali casi di positività, oltre alle varie misure di precauzione, compresa la limitazione alle visite dei parenti.