Questo sito usa i cookies per offrirti una migliore esperienza di navigazione.  Conferma Privacy Policy
Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

Si sono giocati Wgc e PortoRico Open e Gainbridge Lpga


STATI UNITI - Questa settimana il PGA si sdoppia, mette in campo il World Golf Championships a Bradenton in Florida, e il Puerto Rico Open a Rio Grande in Porto Rico. Oltre a questi due, ad attrarre l’attenzione c’è il secondo evento stagionale del massimo circuito americano...continua

Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

Il beniamino di casa supera all''ultimo giro Burns, sempre in testa


LOS ANGELES (USA) - Era alla 95esima edizione questo torneo del PGA Tour, a cui hanno partecipato ben otto tra i migliori dieci giocatori al mondo. Si è disputato al Riviera Country Club, nel Temescal Gateway Park, situato entro i confini della città di Los Angeles; un territorio...continua

Invia Invia a un amico | Stampa Stampa notizia |  


 

Belluno, tra arte e storia

IN MOSTRA "VENEZIA IN CADORE 1420 - 2020"

L'esposizione che celebra il legame secolare tra il Cadore e la Serenissima


BELLUNO - Dopo il grande successo di "Tiziano. L’enigma dell’autoritratto" nel 2019, la Casa natale di Tiziano Vecellio a Pieve di Cadore, Belluno, ospita anche nel 2020 un focus espositivo sulla scia della precedente, creando una stretta relazione tra storia, arte e riflessione territoriale: si tratta di "Venezia in Cadore 1420 - 2020", una mostra dossier che ricorda i 600 anni di legame tra il Cadore e la Serenissima e sarà inaugurata sabato 18 luglio 2020 (resterà visitabile fino al 28 settembre 2020).
 
Un evento, quello in programma nell’estate cadorina, fortemente voluto dalla Magnifica Comunità di Cadore, realizzato in partenariato con il Comune di Pieve di Cadore e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, la consulenza scientifica della Soprintendenza area metropolitana Venezia e province Belluno Padova Treviso, e con il determinante sostegno dalla Regione Veneto, di CortinaBanca e della Fondazione Cariverona. L’emergenza sanitaria non ha infatti frenato il lavoro degli studiosi e delle istituzioni che, nonostante tutto, anche quest’anno sono riusciti a presentare una proposta di valore.
La mostra valorizza il legame secolare tra il Cadore e la Serenissima, che si concretizza il 31 luglio 1420 con la stipula del Privilegio ducale, un particolare meccanismo di integrazione nello stato veneziano nel corso della sua espansione in terraferma. Il popolo cadorino fu l’ultimo a consegnarsi a Venezia dopo aver chiesto lo scioglimento del vincolo con il Patriarca di Aquileia: con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338 e da quel momento iniziavano oltre tre secoli di rapporti diretti tra il Cadore e la Serenissima che hanno contraddistinto lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio. Con la dedizione il Cadore ottenne la conferma del proprio Statuto di autogoverno, che risalivano al 1338.
Gli aspetti storico-artistici trovano la loro descrizione in un volume realizzato ad hoc per l’occasione a cura di Matteo Da Deppo con approfondimenti mirati di Giandomenico Zanderigo Rosolo, Rudi De Sandre, Giorgio Reolon, Letizia Lonzi e Antonio Genova.
Le fonti originali, la ricostruzione storica, i simboli e le opere degli artisti che celebrano il patto di fedeltà, che culminano nel dipinto di Cesare Vecellio, cugino di secondo grado del più celebre Tiziano ma soprattutto noto come esperto di costume e “stilista ante litteram”, La dedizione del Cadore a Venezia (1599), restaurato per l’occasione dal laboratorio di Mariangela Mattia di Belluno, assieme ad altre sei opere, allo stemma ligneo settecentesco e al gonfalone, tracciano un percorso storico, artistico ma anche di riflessione identitaria e territoriale che si snodano lungo sei secoli.
L’opera di Cesare Vecellio sintetizza le diverse tematiche che la mostra dossier vuole sottoporre ai visitatori, diventando il simbolo della celebrazione dei seicento anni della Dedizione: ancora oggi nel luogo originario, la Sala del Consiglio nel piano nobile del Palazzo della Magnifica Comunità.
Il dipinto raffigura in maniera allegorica Venezia, che accoglie, sotto la protezione divina della Vergine e di San Marco, il Cadore raffigurato nei panni di una giovane donna che regge lo stemma nell’atto di ricevere il privilegio. L’opera richiede un approccio contestuale, interdisciplinare e iconologico: il legame con la pittura di Stato veneziana, il contributo di altre discipline, come la storia della moda, delle idee e della cultura, il confronto con le fonti letterarie e figurative permette di cogliere la complessa trama di significati e contenuti che le immagini trasmettono.
Cesare Vecellio accoglie i modelli artistici e i significati allegorici del sistema politico e ideologico elaborato da Venezia e li interpreta per soddisfare le esigenze celebrative della comunità cadorina. Il dipinto sigilla il processo di assimilazione e integrazione della classe dirigente cadorina ai modelli della Dominante e mette in scena il riconoscimento (non solo politico e territoriale, ma anche culturale) dell’appartenenza e della fedeltà politica alla Serenissima; è un allineamento al governo veneziano, visto come modello di giustizia e di pace. Il dipinto, assieme a La Vergine con bambino, san Marco e le allegorie della Fede e della Fortezza (Allegoria politica del Cadore) di Marco Vecellio, rappresenta il patrimonio artistico più importante della Magnifica Comunità di Cadore.
 
Il restauro ha riservato anche qualche sorpresa: i particolari ora emergono con maggior chiarezza, come i dettagli di Palazzo Ducale ne La dedizione del Cadore a Venezia, e lo stemma ligneo che negli anni Sessanta era stato dipinto in modo maldestro, è stato riportato all’essenza originale.
 
La mostra dossier non vuole essere soltanto una rievocazione storica: l’obiettivo della Magnifica Comunità di Cadore è infatti quello di tracciare un percorso che continua ancora oggi, di riflessione e valorizzazione territoriale. Per questo a corollario dell’esposizione a settembre riprenderanno gli appuntamenti didattici sul territorio.
 
“La Magnifica Comunità di Cadore, - spiega il presidente dell’ente Renzo Bortolot - in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo e che ci ha portato a rivedere i programmi espositivi, è riuscita a dare seguito alle aspettative di studio e di restauro delle memorie storiche legate al periodo veneziano in Cadore per celebrare al meglio questo importante anniversario che vuole essere anche un momento di attenta riflessione e di analisi sulla gestione della montagna nel passato e nel presente. Siamo riusciti a fare rete con istituzioni regionali e locali per promuovere la cultura, indispensabile veicolo per ripartire. L’auspicio è che la mostra, come anche le varie attività di approfondimento che stiamo realizzando, possano essere seguite e partecipate in primo luogo dai locali, che spesso non conoscono la propria storia e le proprie ricchezze artistiche”.
 
“La mostra di quest’anno, realizzata in un clima di incertezza generale, - ha aggiunto Matteo Da Deppo - è un segnale inequivocabile di quanto la cultura non possa arrestarsi nelle difficoltà. Avevamo un grande progetto espositivo sul quale stavamo lavorando da oltre un anno con la collaborazione della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, ridimensionato nell’urgenza di non poter definire al meglio i prestiti internazionali. Abbiamo optato per ottimizzare le risorse economiche, valutando qualeazione fondamentale il restauro, la tutela e lo studio delle memorie che abbiamo in casa, trasformando in un’opportunità un’emergenza internazionale”.