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Reportage
LE INTERVISTE DI RADIO VENETO UNO

Le Interviste di Radio Veneto Uno


Le nostre interviste andate in onda al termine del Giornale Radio Da questi link è possibile ascoltare e scaricare le interviste e i nostri approfondimenti andati in onda al termine del Giornale Radio ANTONELLO PEATINI Presidente provinciale FNAARC- ConfcommercioSTEFANO...continua

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PILLOLE DI GOLF/353: UOMINI & DONNE, SETTIMANA DI GRANDI TORNEI

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Golf
PILLOLE DI GOLF/352: FINALE A SORPRESA AL GENESIS, HOMA VINCE AL SUPPLEMENTARE

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Ricostruiamo il futuro: evento in sintonia con l'Alzheimer Fest

TORNA A TREVISO L'APPUNTAMENTO PER PARLARE DI CURA AGLI ANZIANI

Idee ed sperienze per il futuro delle tante RSA italiane


TREVISO - “Ricostruiamo il futuro”: è questo il titolo dell'edizione 20202 di "50 sfumature di Cura" che si terrà a Treviso dal 16 al 17 ottobre nell’auditorium Sant’Artemio, sede della Provincia.
Durante l’arco delle due giornate, saranno affrontate alcune delle tematiche che maggiormente hanno interessato le RSA, gli anziani e chi si è preso cura – e si prenderà cura - di loro durante questo difficile periodo. 
Le residenze per anziani hanno molto sofferto negli ultimi mesi. Vorremmo che questo dolore potesse trasformarsi in un patrimonio di cultura e di esperienza da condividere. Così potremo costruire un futuro di serenità̀ per un settore delle cure indispensabile per la vita delle persone anziane fragili.
Il mondo delle residenze è ricco di progetti, di esperienze, di atti originali e generosi; vorremmo raccoglierli, mettendoli a disposizione della grande comunità̀ dei residenti delle strutture e del personale che vi lavora.
Con questa motivazione si è organizzato il secondo appuntamento delle “50 sfumature di Cura”.
L’evento sarà̀ in sintonia con l’Alzheimer Fest che quest’anno si è tenuto a Cesenatico e in continuità̀ con quanto realizzato a Treviso nel 2019.
Sarà occasione, per gli attori che le hanno vissute, di condividere le esperienze più̀ importanti di questo periodo e le idee per il futuro delle tante RSA italiane.
La partecipazione di realtà̀ provenienti da tutta Italia sarà̀ la conferma di un impegno condiviso, a favore del grande numero di anziani bisognosi di cure che oggi ci chiedono un impegno colto e originale.
Si comincia il 15 ottobre alle ore 12.45 con il saluto delle autorità, alla presenza di Stefano Marcon, Presidente della Provincia di Treviso; Francesco Benazzi, Direttore Generale ULSS 2;Mario Conte, Sindaco di Treviso; Mauro Michielon, Presidente di ISRAA.
 
Aprirà i lavori il professor Marco Trabucchi, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Psicogeritaria, professore ordinario di Neuropsicofarmacologia nell'Università di Roma “Tor Vergata”, specialista in psichiatria, direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia.


Segue una sua intervista:
 
L’apertura dei lavori titola: “Dall’angoscia alla speranza. Per una cultura rinnovata a favore degli anziani fragili”. Professore, non risulta difficile o poco credibile oggi parlare di speranza?
 
Il momento è difficile e proprio per questo bisogna parlarne. Mi riferisco a una speranza che non sta nel compimento dell’opera, ma nel processo cui si dà inizio e nel cammino che si apre. La speranza risiede nella capacità stessa di cercare forme più giuste della vita. La speranza comporta la continua costruzione di atti generosi, senza però essere sicuri di un risultato. Edgar Morin scrive: “La vita è un’avventura incerta: non sappiamo prima quello che ci attende né quando arriverà la morte. Facciamo parte di questa avventura, piena di ignoranza, ignoto, follia, ragione, mistero, sogni, gioia, dolore”. Lavorare in una residenza per anziani comporta di tenere sempre presenti queste caratteristiche della nostra esistenza. Ciò richiede grande forza, equilibrio, saggezza”.
 
Anche chiamare in causa la cultura sembra piuttosto arduo in questo momento storico…

“Per cultura si intende la costruzione di tutte le premesse per mettere in atto interventi concreti. Senza una base culturale seria ogni progetto diventa effimero e senza gambe. Le parole più importanti della cultura che riguarda le persone fragili sono: complessità, instabilità, incertezza, rispetto, accompagnamento. La cultura è anche un antidoto alla paura, perché permette di collocare il nostro lavoro in uno scenario complessivo di utilità per gli altri”.
 
Molto spesso lei parla di “anziani fragili”, può spiegare chi sono queste persone?

“Sono persone a rischio di perdere la propria autonomia sul piano somatico e psichico; bastano eventi di portata limitata per rompere l’equilibrio instabile che li caratterizza. Quindi l’accompagnamento dei fragili nella vita e nei servizi è sempre un'opera delicatissima”.
Che risposte danno le RSA?
Danno risposte concrete, a Treviso si discuterà proprio di quelle che sono le caratteristiche di una azione condotta oggi nelle residenze per anziani per rendere efficace il lavoro da compiere. Le RSA sono un orgoglio, rispondono ad un’esigenza della comunità che non trova risposta in altri ambiti. Durante la crisi questo ruolo è stato ancora più rilevante per cui gli operatori di ogni livello devono sentirsi orgogliosi per il lavoro compiuto. Questo sentimento non sempre permette di superare il dolore e lo stress per gli eventi subiti, però può contribuire a un piccolo lenimento.
 
Altre buone pratiche da introdurre? Quali sono le parole giuste per una buona cura?

“Amore e intelligenza: le due caratteristiche che devono caratterizzare contemporaneamente il nostro impegno. Intelligenza vuol dire tecnica e capacità di capire il reale, amore vuol dire capacità di entrare nella vita dell’altro, senza soprusi e con la coscienza che l’altro con le sue richieste contribuisce in modo determinate alla mia realizzazione come essere umano. Le due caratteristiche sono il fondamento dell’operare con gli anziani nelle residenze. E poi la gentilezza. Dice Papa Francesco: “E’ ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità”. Nell’oscurità (ambientale o psicologica) di alcune RSA la gentilezza degli operatori è una luce che combatte la solitudine; è però necessario che l’atteggiamento del singolo venga valorizzato dall’insieme della struttura, perché solo così si instaura un'atmosfera umana e non solo collocativa, intendo la RSA come contenitore, perché non c’è nulla di meglio. E per finire la curiosità: è il modo migliore per capire nel profondo la richiesta di aiuto, espressa, ma spesso inespressa, dell’altro. Secondo Amos Oz, la curiosità non è soltanto uno strumento intellettuale, ma anche un dovere morale. Non dobbiamo dimenticarci quindi di chiedere e di ascoltare, con la predisposizione a cogliere anche le nuances dei comportamenti di chi soffre”.
 
Per info su partecipazione in presenza o on line, su enti patrocinatori e organizzatori e sul programma delle giornate cfr: http://www.israa.it/blog/50-sfumature-di-cura/