Il toponimo Istrana ha un’origine un po’ complicata: può derivare dal prediale latino Histrius, il proprietario di un fondo locale di centuriazione romana attorno al quale si sarebbe generato un nucleo abitato, a cui sarebbe stata in seguito data la denominazione di “Charta Histriana”.
Istrana è soprattutto nota per l’aeroporto, in cui ha sede il 51º Stormo dell’aeronautica militare, con i suoi Eurofighter. Lo stormo è una squadriglia, viene equiparato a un reggimento. Questo di Istrana è tattica di ricognizione di supporto alle forze di superficie, anche con operazioni di attacco, ad assicurare la difesa aerea nazionale e a servizio della NATO. Sulla fusoliera i velivoli portano dipinto lo stemma costituito da un Gatto nero e tre Sorci, insegna che ha una storia. A seconda delle necessità, lo stormo veniva dislocato in località d’Italia e anche fuori. Durante la seconda guerra mondiale il 51° stormo era di stanza a Ciampino per la difesa di Roma e Napoli, poi fu mandato in Belgio come Corpo Aereo Italiano, per appoggiare la Luftwaffe. Nel dopoguerra, il 51º Stormo, fu trasferito all’aeroporto Sant’Angelo di Treviso, e nel 1953 divenne la 51ª Aerobrigata all’aeroporto di Istrana. Oggi la situazione nel mondo non è tranquilla, ha assunto contesti preoccupanti, ed è per ciò che l’Aeronautica Militare, allertatasi, ha istituito per sicurezza una servitù, una fascia di 30 metri lungo la recinzione dell’aeroporto.
A lato, va anche tenuto presente che qui è ubicata la stazione meteorologica di Treviso-Istrana.
Ricordate queste importanti funzioni, passiamo a vedere quanto ha di bello Istrana, che oltre al capoluogo comprende le frazioni di Ospedaletto, Pezzan, Sala, Villanova: Intanto c’è il Sile, nel suo tratto iniziale, inserito in zone umide ricche di risorgive, è un’area protetta del Parco regionale.
Seppur che gli antichi reperti risalenti all’epoca romana sono numerosi, è solo dal 1152 che si hanno notizie scritte su Istrana. Le abbiamo dalla “Justis fratrum”, la bolla pontificia stilata da Eugenio III il 3 maggio di quell’anno, indirizzata al vescovo di Treviso Bonifacio. In essa veniva indicata con precisione la dimensione della diocesi con pievi e monasteri, castelli e villaggi, compresi i diritti vescovili sul fiume Sile.
Notizie di più in là nel tempo si hanno delle frazioni: di Pezzan le abbiamo dal 996, anno in cui viene nominata dal vescovo di Treviso Rozone. Il toponimo è prediale, prende il nome da un fondo agricolo, “fundus pettianus”, appartenente cioè a un colono di nome Pettius, del IV secolo.
Evento significativo passato alla storia dal paese di Pezzan, è la gara in cui si tenne la sfida di velocità tra Gilles Villeneuve, pilota di Formula 1, e il pilota militare Daniele Martinelli. Villeneuve alla guida della Ferrari monoposto 126 CK, motore turbo da 570 cavalli capace di raggiungere i 320 km/h, Martinelli a bordo di un caccia F-104 Starfighter che poteva raggiungere la velocità di 2330 km/h. Era il 21 novembre 1981, accorsero 50.000 curiosi, l’evento, svoltosi all’interno dell’aeroporto militare, descritto come una sfida iconica tra l’uomo e la macchina, vide la vittoria di Villeneuve sulla Ferrari.
Pressoché dello stesso periodo di Pezzan è la frazione di Ospedaletto, zona in cui nell’XI secolo fu costruito un ospizio per viandanti gestito dai benedettini. L’antica chiesa della “Purificazione della Beata Vergine Maria” riedificata nel XVIII secolo e poi ulteriormente ampliata nel ‘900, è molto apprezzata per il soffitto, affrescato dal Tiepolo.
Quando il territorio entrò a far parte della Serenissima Repubblica di Venezia, anche la zona fu al centro degli interessi del patriziato, che incentivò l’agricoltura. E non poteva essere altrimenti, si dedicò alla costruzione delle ville venete, e al ripristino degli edifici sacri.
Anche per Istrana venne però il tempo della grande guerra, in cui si trovò ad essere retrovia del fronte del Piave: nella villa predispose un’infermeria, ebbe l’eroe Francesco Baracca, il 26 dicembre 1917 sui cieli di Istrana si combatté la prima battaglia area della storia dell’aviazione. Vista la posizione strategica, anche il secondo conflitto procurò a Istrana bombardamenti e distruzioni.
L’attuale parrocchiale dedicata a san Giovanni Battista risale al ‘600, ma la facciata è stata rifatta nell’Ottocento. È a navata unica, finemente decorata con stucchi barocchi risalenti al ‘700. A realizzare gli affreschi fu il pittore veneziano Francesco Zugno nel ‘700. L’altar maggiore è del Massari, con due tele dell’artista Amedeo Lorenzi. Un altare laterale presenta una pala del Martirio di san Sebastiano, attribuita a Palma il Giovane.

Bella e armoniosa, è Villa Lattes, costruita nel 1715 su progetto di Giorgio Massari, circondata da un elegante parco all’inglese. Esibisce una facciata con loggiato a timpano sommitale, con le balaustre, a sinistra la cappella gentilizia con dipinti di Jacopo Amigoni. Le due barchesse sono concave, si uniscono al muro di cinta, l’insieme incornicia affettuosamente il giardino.
Verso occidente un oratorio a pianta ottagonale, tempietto arricchito dalle pitture di Amigoni e da bassorilievi, uno dei quali raffigura il committente con la parrucca seicentesca. A lato dell’altare, due belle grate in legno. Un gioiello di chiesetta.
L’interno della villa conserva la sua storia, con i mobili antichi, e gli oggetti preziosi.
Il parco è abbellito da due statue e da dodici busti dei Cesari, a servir da arredo alla peschiera.
Eretto per conto del seicentesco ricco commerciante veneziano Paolo Tamagnino, alla sua morte il bene passò in proprietà dello stesso Massari, poi ad altre famiglie, che ne trascurarono la manutenzione. L’acquistò nel 1814 Abramo Lattes di origini ebraiche, il cui figlio Bruno, avvocato e uomo sapiente, lo rimise in efficienza recuperandolo integralmente, e implementando le collezioni di opere e beni della sua famiglia. Oggi la villa è dedicata a eventi culturali, il Comune organizza visite guidate. Nei pressi di Ospedaletto è interessante iI Santuario della Madonna dell’Albera, costruito accanto al Sile. Fatto erigere dalle suore benedettine di Mogliano Veneto nel XV secolo, il tempio conserva al suo interno una statua lignea della Vergine con il Bambino. Paolo Pilla