“Contratto scaduto e stipendi inadeguati. Serve un riconoscimento concreto”

Si sono dati appuntamento questo martedì davanti alla sede di Federfarma Veneto, a Mestre, decine di farmaciste e farmacisti provenienti da tutta la regione per chiedere con forza il rinnovo del contratto nazionale e un adeguamento salariale che tenga conto del crescente costo della vita.
Un presidio pacifico ma determinato, sostenuto dalle sigle sindacali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil.
La situazione è diventata insostenibile – hanno dichiarato Alessio Odoni (Filcams Cgil), Patrizia Manca (Fisascat Cisl) e Massimo Marchetti (Uiltucs Uil), in Veneto lavorano circa 6000 farmacisti, molti dei quali nelle 1377 farmacie private presenti sul territorio; negli ultimi anni, a fronte di un aumento dei carichi di lavoro e della richiesta di mansioni sempre più specialistiche, come test rapidi e screening, non è seguito un adeguato riconoscimento economico.
L’aumento dell’inflazione ha pesantemente eroso il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori, e secondo i sindacati la proposta economica presentata da Federfarma per il rinnovo del contratto risulterebbe del tutto insufficiente rispetto alla realtà del settore e alle aspettative del personale.
A preoccupare ulteriormente è l’emorragia di professionisti dalle farmacie private verso altri ambiti, come le parafarmacie situate nei centri commerciali, considerate più attrattive per condizioni di lavoro e orari. “Indagini recenti – sottolineano i sindacati – evidenziano una carenza strutturale di circa 300-500 farmacisti in Veneto, che mette a rischio la tenuta del servizio al cittadino.”
Il presidio odierno fa seguito a una serie di mobilitazioni locali che da mesi attraversano diverse province della regione.
Al termine della manifestazione, una delegazione è stata ricevuta da Federfarma, che si è impegnata a portare a livello nazionale le richieste dei farmacisti veneti.
Le sigle sindacali chiedono ora un passo concreto: “Chiediamo un contratto che riconosca l’aumento delle competenze richieste, che tuteli la qualità della vita lavorativa e che restituisca dignità salariale a chi ogni giorno garantisce un presidio sanitario fondamentale per il territorio.”