Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est

Accordo raggiunto tra Stati Uniti e Unione europea per l’introduzione di dazi al 15%: per la presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron, è un “compromesso obbligato” che evita l’escalation commerciale, ma che rischia di minare la competitività del comparto manifatturiero italiano ed europeo. «Servono compensazioni immediate e un piano straordinario per l’industria», avverte.
L’intesa raggiunta tra Bruxelles e Washington rappresenta un passaggio delicato per l’economia europea. L’imposizione di una tariffa doganale del 15% sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, pur evitando una guerra commerciale aperta, preoccupa profondamente l’industria manifatturiera.
A lanciare l’allarme è Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est, che parla di “cambio di paradigma” e di una misura che mette a rischio «non solo le dinamiche commerciali, ma la tenuta economica e sociale del settore industriale europeo».
Il nuovo dazio, più che triplo rispetto alla tariffa media precedente del 4,8%, si inserisce in un contesto aggravato dalla svalutazione del dollaro – calato del 12-13% da inizio anno – rendendo più costosi i prodotti europei negli Stati Uniti.
Secondo le stime del Centro Studi di Confindustria, l’Italia potrebbe perdere fino a 22,6 miliardi di euro di export verso il mercato americano, una delle sue principali destinazioni.
Carron non si limita alla denuncia, ma avanza richieste concrete: «È indispensabile attivare misure compensative, a livello sia nazionale che europeo, per i settori più penalizzati – in particolare agroalimentare, farmaceutico, acciaio e alluminio – utilizzando anche le risorse del PNRR e dei Fondi di Coesione, vista la situazione straordinaria».
Serve però anche una reazione strutturale, «L’Europa deve cambiare passo – prosegue Carron –; è ora di eliminare i “dazi interni”, ovvero la burocrazia, l’eccesso normativo e le sanzioni autoimposte che rallentano il nostro sistema produttivo».
Da qui l’invito ad adottare un Piano industriale straordinario per rilanciare competitività e produttività, anche «sforando il Patto di Stabilità non solo per la Difesa, ma anche per l’industria».
Infine, Carron guarda oltre i confini dell’UE e degli Stati Uniti: «È urgente stringere nuovi accordi commerciali con Paesi come India, Indonesia, Australia, Mercosur e Africa; le nostre imprese si stanno già muovendo, ma vanno sostenute con politiche di apertura e piani d’azione nazionali per spingere l’export».