Fabrizio Geromel, direttore della CNA Mandamentale

Treviso non ha meno imprese, ma imprese diverse.
CNA Mandamento fotografa un decennio di profonda trasformazione nel tessuto economico locale: in calo i settori artigiani storici, in crescita servizi digitali, consulenza e cura della persona.
Geromel: «Non è una resa, ma una riconversione; ora servono formazione e politiche pubbliche che tutelino il saper fare».
Dietro numeri che a prima vista parlano di stabilità, si nasconde una vera metamorfosi dell’economia locale.
Secondo l’analisi dei dati Unioncamere 2024 rielaborati da CNA Mandamento di Treviso, il numero complessivo di imprese nei 23 comuni del Mandamento è cambiato di poco nell’ultimo decennio – da 34.774 a 34.579 – ma la loro composizione è mutata radicalmente.
Falegnami, metalmeccanici, attività del legno-arredo, botteghe artigiane e commercio tradizionale sono in flessione, mentre aumentano consulenti, professionisti digitali e imprese attive nei servizi alle persone.
Un cambiamento profondo che sta ridisegnando la geografia economica della zona.
Nel dettaglio, tra il 2014 e il 2024 si sono perse 137 imprese nel legno-arredo, 115 nel sistema moda, 121 nella metalmeccanica, 197 nell’edilizia e ben 967 nel commercio tradizionale.
Di contro, si registrano aumenti significativi in altri settori: +1130 imprese nei servizi alle imprese, +457 nei servizi scientifici e tecnici, +271 nel noleggio e supporto, +370 nei servizi alla persona, soprattutto nell’assistenza sanitaria e sportiva.
«Treviso non ha meno imprese, ha imprese diverse – sottolinea Fabrizio Geromel, direttore della CNA Mandamentale –; sta emergendo un modello d’impresa più digitale, più orientato ai servizi; è un cambiamento strutturale che richiede formazione, innovazione e politiche pubbliche che non dimentichino il valore delle competenze artigiane, anche quelle più tradizionali».
È il passaggio da un’economia della “bottega” a un’economia della relazione, dove il valore aggiunto è generato da competenze digitali, consulenza specializzata e know-how tecnico.

Alfonso Lorenzetto, consigliere della Camera di Commercio di Treviso-Belluno

Un’evoluzione che apre nuove opportunità ma comporta anche rischi concreti, primo fra tutti la possibile dispersione del patrimonio manuale e artigiano che ha fatto la storia del territorio.
«Il nostro compito – aggiunge Alfonso Lorenzetto, consigliere della Camera di Commercio di Treviso-Belluno – è governare questa metamorfosi, valorizzando il know-how dei settori storici per renderli motori di innovazione; le istituzioni, le associazioni e la scuola devono lavorare insieme per costruire il nuovo assetto economico del territorio».
A pesare sulla transizione, però, è anche il clima di incertezza che si respira tra le microimprese. Burocrazia soffocante, fiscalità elevata, costo dell’energia e difficoltà di accesso ai servizi essenziali, come la sanità, stanno mettendo sotto pressione gli operatori economici più piccoli.
A queste criticità si aggiungono le tensioni internazionali, come l’introduzione di dazi commerciali da parte dell’amministrazione Trump, che penalizzano un’economia a forte vocazione export.
«È un passaggio delicato – conclude Geromel – in cui il desiderio di stabilità si scontra con le preoccupazioni per un cambiamento non governato; per questo non possiamo limitarci a osservare la trasformazione: dobbiamo essere protagonisti nel tracciarne la rotta».
Il futuro di Treviso, insomma, si gioca tra innovazione e memoria, tra nuovi modelli d’impresa e la tutela di un patrimonio artigiano che resta una risorsa strategica per affrontare il cambiamento.