Ad ogni evento che ha minato la nostra salute, dopo averlo allontanato, il malato ha bisogno di cure riabilitative. Si va all’ospedale per curarsi, per guarire, ma per la conclusione c’è spesso bisogno di riabilitazione. Sia che si tratti di fisico che di mente, è necessario riconquistare il passo, se non si fa c’è disagio, non c’è guarigione. Di questo aspetto rieducativo particolarmente sentito, il giorno 12 si è tenuto un convegno all’ospedale San Camillo di Treviso, con la partecipazione delle massime autorità locali: direzionale medica, amministrativa, e municipale.
Ho avuto l’opportunità di assistere all’evento, che metteva in luce vent’anni di attività svolta dal nosocomio in ordine a questa disciplina, coincidenti con il giubileo della sua fondazione a Treviso (75 anni): Ospedale attento ai principi dell’ordine religioso a cui appartiene, e che cerca di operare sotto quell’egida a cui vuole attenersi. “Servi degli infermi” si definiscono quei religiosi “camilliani”, Chierici regolari Ministri degli Infermi.
A parlare di percorso di riabilitazione nel nostro territorio non poteva che essere il dr Andrea Beltramin, il primario del reparto di Medicina Fisica e Riabilitativa del San Camillo, a cui dedica ogni momento della sua giornata. Totale era l’attenzione alle sue parole da parte dei convenuti.
A seguire, malati e famigliari, hanno riportato le esperienze vissute.
A collaborare con i medici c’è un gruppo di volontari, ai quali va tutto il plauso possibile

Tanto o poco siamo in molti a esser passati su quella strada, personalmente ho avuto modo di apprezzare chi se ne occupa: Gennaio 2020, remi in barca dopo il Covid. Mia moglie era stata dimessa guarita (si fa per dire) dalla pandemia, in realtà era ridotta uno straccio. Tornata a casa aveva completamente perso le forze, non riusciva a camminare né a mangiare, me la son vista proprio brutta. Un pomeriggio, aveva la febbre e tanto male dappertutto, temevo per la sua vita. D’impeto l’ho portata al San Camillo, dove il dr Beltramin è riuscito a stenderla sul lettino, per visitarla con cura. Ebbene, con le attenzioni del personale, nel giro di una settimana incominciò a fare qualche passo. Del dr Beltramin è il merito se si è ripresa. Colgo l’occasione per ringraziare ancora quel medico e la sua diligente squadra. Paolo Pilla
