Individuato l'assassino di Maria Luisa De Cia
KILLER SCOVATO 21 ANNI DOPO
E' un 60enne di Montebelluna, ma mancano le prove
TREVISO – (gp) Dopo 21 anni esatti gli inquirenti non hanno più dubbi: a violentare e uccidere nei boschi del Primiero Maria Luisa De Cia il 16 agosto del 1990 è stato un 60enne montebellunese. La polizia di Trento ne è certa anche se mancano le prove per incastrare il killer che ha strappato alla vita l'impiegata 28enne di Cornuda. Il procuratore trentino Stefano Dragone aveva affidato il caso lo scorso settembre alla Squadra Mobile che nel giro di dieci mesi è riuscita a sviluppare il profilo dell'omicida. Stringendo il cerchio attorno ai possibili responsabili gli inquirenti avrebbero in individuato l'assassino proprio nel trevigiano, dandogli un nome e un volto. Ma a distanza di 21 anni, nonostante le nuove tecnologie messe in campo per dare la svolta decisiva al caso, le prove per stringere le manette ai polsi del responsabile non ci sono, o almeno non ancora. Molti reperti sono andati distrutti e in più, a mettere i bastoni tra le ruote degli investigatori, il fatto che non esistono testimonianze per avvalorare i sospetti di chi ha condotto l'indagine. La donna venne uccisa con un colpo di pistola alla tempia sparato da una pistola di piccolo calibro e con un proiettile artigianale. Il corpo venne ritrovato appunto il 16 agosto, a circa 24 ore dalla morte, in un bosco a qualche centinaio di metri da Malga Civertaghe, a San Martino di Castrozza. L'assassino, prima di portare a termine il suo piano, aveva legato le mani della donna dietro la schiena, le aveva tappato la bocca con del nastro adesivo nero, l'aveva spogliata e poi violentata. A cancellare gran parte delle impronte sul corpo era stata la pioggia, che per un giorno intero bagnò il cadavere dell'impiegata.