Disposto il giudizio immediato per una donna sudamericana di 45 anni
FACEVA PROSTITUIRE LA FIGLIA DI 16 ANNI: MADRE SUBITO IN AULA
Accusata di prostituzione minorile aggravata dal vincolo di famiglia
TREVISO – (gp) Nel corso dell'interrogatorio aveva affermato di non sapere nulla sostenendo che la figlia avrebbe fatto soltanto massaggi e che sarebbe stata lei stessa a pubblicizzarsi su internet. Una versione che non ha convinto la procura distrettuale di Venezia che ha firmato la richiesta di giudizio immediato per la 45enne sudamericana finita sotto accusa per prostituzione minorile. Secondo gli inquirenti, nonostante la donna sottolinei il fatto di essere sempre stata completamente all'oscuro che le prestazioni della figlia di 16 anni fossero a sfondo sessuale (tanto da essere colpita da una crisi nervosa quando le venne riferito quanto accadeva all'interno della sua casa) non poteva non sapere che i soldi che la baby squillo le passava ogni mese per contribuire al bilancio familiare derivassero da prestazioni sessuali e non da semplici massaggi. Se da un lato la posizione della donna, difesa dall'avvocato Fabio Crea, è stata chiusa, sul fronte giudiziario è ancora aperto il filone che riguarda i clienti della baby squillo: per circa una cinquantina tra impiegati, liberi professionisti e qualche studente tra i 25 e i 55 anni, che in quella casa di Ponzano hanno avuto rapporti sessuali sia con la donna finita in manette sia con la ragazzina, si sta ancora valutando se contestare loro l'accusa di violenza sessuale su minore. Difficile sarà dimostrare però se i clienti fossero o meno a conoscenza dell'età della giovane, che si presentava come una ventenne. Al momento quel che è certo è che la giovanissima si reclamizzava sul web, anche con una sua foto, seppur con il volto oscurato: non sarebbe mai arrivata ad avere rapporti sessuali completi, limitandosi a massaggi ad alto tasso erotico o a preliminari molto espliciti. La ragazza, in qualche modo, cercava anche di selezionare la clientela: accettava solo italiani e svolgeva una prima verifica con una breve conversazione al telefono. Al primo contatto venivano fornite indicazioni generiche sul luogo da raggiungere, solo una volta sul posto, veniva comunicato l'indirizzo preciso. Il “giro” messo in piedi era comunque di una certa rilevanza: in media tre appuntamenti al giorno, tutti al pomeriggio, anche se con alcuni periodi di interruzione. L'attività sarebbe proseguita pure quando la famiglia è andata in vacanza a Bibione. Gli uomini arrivavano in gran parte dalla Marca, ma non mancava chi proveniva da fuori regione con tariffe che andavano da 60 a 100 euro a prestazione.