Il plenum si è riunito e ha messo la parola fine all'incompatibilità parentale
CASO SCHIAVON ARCHIVIATO PER SOPRAGGIUNTE DIMISSIONI
L'ex presidente del tribunale di Treviso rischiava il trasferimento
TREVISO - (gp) Caso archiviato per sopraggiunte dimissioni. Si è chiusa senza un nulla di fatto la partita tra Giovanni Schiavon, ormai ex presidente del tribunale di Treviso, e il Consiglio Superiore della Magistratura. Martedì infatti doveva riunirsi il plenum in via straordinaria per decidere sulla sanzione da infliggere al magistrato per “incompatibilità parentale con il figlio che svolge la professione di avvocato”. A chiedere all'assemblea di Palazzo dei Marescialli il trasferimento di Schiavon era stata la Prima Commissione con 5 voti a favore e soltanto uno contrario, quello del togato di Unità per la Costituzione Riccardo Fuzio. Lo stesso Schiavon aveva definito una “porcheria” il suo possibile trasferimento d'ufficio in primo luogo perchè il figlio è sì un avvocato ma del foro di Venezia e a Treviso non ha mai esercitato, e in secondo luogo perchè il Csm, alla notizia delle sue dimissioni da presidente del tribunale e da magistrato, aveva risposto rendendo pubblico un possibile esito dell'udienza ancor prima che l'udienza si tenesse. Una sentenza già scritta insomma, secondo Schiavon, che è stata di fatto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tra l'ex presidente del tribunale e il Csm non corre infatti buon sangue, e un esempio lo si è avuto poco più di un mese fa quando Schiavon venne raggiunto da un ammonimento per aver presieduto a cinque collegi della sezione civile non essendo tabellato. Un eccesso di zelo e di lavoro secondo Schiavon e molti suoi colleghi, una violazione alle regole secondo il Csm che aveva deciso di sanzionarlo.