Nel 2009 il convivente della donna venne condannato per lesioni a 7 anni di carcere
SINDROME DA SHAKING BABY, RIPARTE IL PROCESSO ALLA MADRE
Lei venne condannata a 3 anni, la sua posizione si aggravò in appello
MONTEBELLUNA – (gp) Invalidità civile riconosciuta al 100% e danni permanenti quantificati dai periti nell'ordine del 90% delle funzionalità normali di un individuo. Sono questi i danni subiti da un bimbo di appena 11 mesi, vittima della violenza della madre e del suo convivente, finiti a processo con l'accusa di lesioni gravissime. Se per l'uomo di 29 anni, non il padre naturale del piccolo, la sentenza è già passata in giudicato con una condanna a sette anni di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 150 mila euro alla parte civile, per la madre il procedimento penale deve ripartire dall'inizio. La Corte d'Appello di Venezia, confermando la sentenza di primo grado per l'uomo, ha deciso che i tre anni inflitti alla madre non tenevano conto dei danni fisici subiti dal bambino prima dell'ultimo episodio, quello più grave. Circostanza che deve essere approfondita con un nuovo giudizio. La madre, ora 26enne, dovrà comparire di fronte ai giudici del tribunale di Treviso il prossimo 28 marzo. I fatti risalgono all'ottobre del 2005 quando i due si erano presentati all'ospedale di Montebelluna con il piccolo in braccio dicendo che era caduto dal letto. Ma la diagnosi dei medici, viste le numerose lesioni, fu di sindrome da shaking baby, ossia scuotimenti violentissimi che comportano, in un corpicino fragile come quello di un neonato, fratture e danni fisici permanenti oltre che gravissimi.