Il materiale trovato della squadra Mobile della Questura di Treviso
CAPOUFFICIO 50ENNE "GUARDONE" DENUNCIATO DALLA COLLEGA
Spiava la donna con micro telecamere dentro penne, sveglie e orologio
TREVISO - Un 50enne trevigiano, divorziato e con un figlio, è stato denunciato per molestie e interferenza illecita della vita privata nei confronti di una sua collega, 40enne, che registrava, filmava e fotografava con l'aiuto di piccole telecamere disseminate per l'ufficio. Una storia che, per certi versi, ha dell'incredibile, tanto che nemmeno la malcapitata voleva credere a quanto le stava accadendo.
La vicenda è una vera e propria escalation di accadimenti succedutesi negli ultimi 6 mesi. Dapprima la donna si accorge che qualcuno, all'interno dell'ufficio di una ditta dell'hinterland trevigiano, le fruga dentro la borsa ma senza rubare nulla. Successivamente, avvertito il capoufficio che qualcosa non andava e ottenuto un cassetto con chiusura a chiave, si accorge che proprio questi comincia ad approcciarla in maniera sospetta tanto da portarla a pensare anche di cambiare lavoro. Il culmine si tocca un paio di mesi più tardi, quando la malcapitata nota che alcuni oggetti, come penne, registratori, o chiavette usb del computer, sono posizionati tutti in maniera sospetta e puntati verso di lei. E che a volte il suo superiore le si aggirava intorno muovendosi in modo particolarmente strano, in modo (ma lo si capirà solo in un secondo momento) da poterla registrare con l'orologio che portava al polso. Così, qualche giorno più tardi, approfittando dell'assenza dall'ufficio del suo capo, frugando nei suoi cassetti, la donna ritrova alcuni di questi congegni facilmente acquistabili via internet e, soprattutto, un hard disk e una cartella con all'interno dei files con alcune sue foto raffiguranti gambe, seno e altre pose intime. Da qui la decisione di sporgere denuncia alla squadra mobile della Questura di Treviso che, ottenuto regolare mandato, lo scorso 25 luglio ha perquisito l'ufficio del 50enne ritrovando due hard disk, un orologio e una penna con micro telecamere incorporate, due radiosveglie con telecomando per poter scattare foto e video a distanza, e un registratore per poter catturare ogni istante della "vita lavorativa" della collega. La parola passa ora al giudice.
Ai microfoni il commento del dirigente della Squadra Mobile della Questura di Treviso, Enrico Biasutti.Galleria fotografica