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ASCOLTA AUDIO Arrestate dai carabinieri tre persone, incastrati da due sorelle
LUCCIOLE SFRUTTATE SI RIBELLANO: IN MANETTE I TRE "PROTETTORI"
Ogni settimana le prostitute davano 500 euro per poter esercitare
TREVISO -Arrivavano nella Marca con la promessa di un lavoro ma si ritrovavano sulla strada, a prostituirsi lungo la Pontebbana, tra Godega di Sant'Urbano e San Fior: schiavizzate, minacciate di morte se si ribellavano e costrette a consegnare all'organizzazione che le sfruttava ben 500 euro al mese, una sorta di affitto. Questo quanto hanno scoperto i carabinieri di Treviso che dopo alcuni mesi di indagini e grazie alla preziosa testimonianza e denuncia di cinque lucciole, tra cui due sorelle romene. Ad essere arrestati per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione tre persone, colpite da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Treviso. A finire in cella Dritan Nikolli, albanese di 35 anni, Lirim Rakipi, macedone di 29 anni e Alina Lenuta Cimpanu, romena di 24 anni, tutti senza precedenti penali. Erano loro a gestire, in modo praticamente esclusivo, la “tratta delle lucciole” in quella zona. Decisiva la ribellione di alcune prostitute ai loro aguzzini ed in particolare ad Alina Lenuta Cimpanu, la donna che aveva l'incarico di controllare per strada il "lavoro" delle giovani o di costringere altre prostitute, estranee all'organizzazione, a pagare una sorta di affitto per poter vendere liberamente il loro corpo. A coordinare l'indagine il procuratore capo di Treviso, Michele Dalla Costa (ascolta audio) ed il comandante provinciale dell'Arma, Ruggiero Capodivento.
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