Il basista ha invece ottenuto il patteggiamento della pena: 3 anni e 6 mesi
COLPO ALLA "TOFFOLATTI": RINVIATI A GIUDIZIO I QUATTRO RAPINATORI
Rigettata la richiesta di perizia: l'accusa rimane tentato omicidio
PIEVE DI SOLIGO – (gp) Primo verdetto per la rapina alla gioielleria Toffolatti di Pieve di Soligo. Il gup Angelo Mascolo ha rinviato a giudizio i quattro autori materiali del colpo, datato 8 novembre 2012, e concesso il patteggiamento a tre anni e sei mesi di reclusione per il basista, la cui identità è sempre stata tenuta volutamente nascosta dagli inquirenti in virtù della sua collaborazione con la giustizia. A febbraio, per le accuse di rapina aggravata, tentato omicidio e riciclaggio, dovranno presentarsi di fronte al collegio dei giudici del tribunale di Treviso Francesco Sarracino, il 34enne presunto capo della banda, il nipote Giuseppe D'Aniello, 20 anni, Giuseppe Mele, 32 anni e colui che avrebbe sparato a Pierpaolo Toffolatti, e Giovanni Verde, 34enne originario di Giugliano incaricato al noleggio dei camper con cui la banda si spostava da una regione all'altra per mettere a segno rapine. Il basista ha infatti chiamato in correità i complici. Oltre che per la rapina alla “Toffolatti”, anche per altri cinque colpi in altrettanti istituti di credito messi a segno tra il 2010 e il 2012 nella Marca, nei comuni di Susegana, Conegliano e Pieve di Soligo. L'avvocato Fabio Crea, difensore di Sarracino, aveva chiesto il rito abbreviato condizionato a una perizia sulle ferite riportate da Pierpaolo Toffolatti al fine di far derubricare il reato di tentato omicidio in lesioni gravi. Richiesta rigettata dal giudice che ha ravvisato quantomeno il dolo eventuale nell'esplodere un colpo a distanza così ravvicinata.