Treviso, laureato nel 1974 poi gli incarichi a Motta di Livenza e aMontebelluna
HA FATTO NASCERE 9MILA BIMBI DAL POZZO VA IN PENSIONE
Ultimo giorno di servizio per il primario della ginecologia e ostetricia
TREVISO - Dall’inizio della sua professione di medico, in prima persona ha accompagnato la nascita di oltre 9000 bambini; da primario, nei reparti da lui diretti ne sono nati più 20.000. Oggi il dr. Giuseppe Dal Pozzo, capodipartimento Materno Infantile e direttore della Ginecologia Ostetricia del Ca’ Foncello, conclude il suo ultimo giorno all’Azienda Ulss 9 e da domani sarà in pensione. Giuseppe dal Pozzo, conclude oggi all’Azienda Ulss 9, una brillante carriera che lo ha visto dal 2006 al Ca’ Foncello come primario della Ginecologia Ostetricia. Laureato a Padova nel 1974 (negli anni successivi si è specializzato a Trieste) ha lavorato per 5 anni all’Ospedale di Motta di Livenza, giungendo a quello di Treviso nei primi anni Ottanta per entrare nell’equipe guidata dal dr. Suppi prima e dal dr. Marsoni poi. Una equipe composta da un gruppo di giovani medici che in larghissimo numero avrebbero raggiunto il primariato in diverse aziende sanitarie del Veneto. Dal Pozzo, divenne primario a Montebelluna nel giugno del 1996 dove rimase per un decennio fino all’incarico nel capoluogo. “Oggi salutiamo un vero riferimento per la nostra Ulss 9 – sottolinea il Direttore generale Giorgio Roberti - Un riferimento per l’alta professionalità e per l’elevatissimo senso di appartenenza all’Azienda sanitaria pari a quello che è riuscito a dimostrarsi per una moltitudine di mamme come conferma il numero di bambini che ha fatto nascere sia come professionista in prima persona che come direttore di reparti. Esprimo a nome di tutta l’Azienda la nostra gratitudine, per il contributo che ha dato in questi anni all’affermazione della sanità trevigiana, in particolare, assicurando un rapporto di fiducia con migliaia di genitori in un momento delicato e importante come la nascita di un figlio.“Dal Pozzo ha dimostrato e la fiducia di tante donne lo conferma – prosegue Roberti – che nonostante i grandi numeri della sua attività professionale in lui non è mai venuto meno un alto senso dell’attenzione per la paziente e la partoriente. Ha imposto uno stile all’unità operativa da lui diretta che è stato anche volano di grandi riconoscimenti al nostro ospedale nel campo dell’umanizzazione come il massimo di bollini rosa riconfermato in più edizioni da parte dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna. A lui rinnovo il nostro grazie”.