Il 42enne Emanuele Gavasso è stato sentito nel corso di un incidente probatorio
GIRO DI SQUILLO AL NIGHT: GESTORE DEL "LUCKY" RESPINGE LE ACCUSE
Per la Procura i clienti pagavano anche 500 euro per un rapporto
CONEGLIANO – (gp) “Non sapevo nulla di quanto succedeva all'interno del locale e sono del tutto estraneo a quanto mi viene contestato”. A parlare, nel corso di un incidente probatorio, è stato Emanuele Gavasso, il 42enne di Mareno di Piave gestore del “Lucky” di Parè di Conegliano finito al centro di un'inchiesta della Procura di Treviso per un presunto giro di prostituzione. Un'indagine che aveva portato, nel febbraio scorso, all'arresto sia di Gavasso che di altre cinque persone: Carmelo Verduci, 38enne calabrese, è considerato dagli inquirenti il boss, i fratelli Vincenzo e Carlo, di 33 e 24 anni sarebbero stati i suoi principali collaboratori, Fortunato Manganaro, 23 anni, anche lui calabrese e cugino dei fratelli Verduci, era il cassiere del night mentre Vito Marigo, 54enne di Galzignano Terme, avrebbe ricoperto il ruolo di procacciatore delle ballerine. Secondo il pm Massimo De Bortoli, titolare delle indagini, all'interno del “Lucky” c'erano decine di ragazze dell'est Europa e del Sudamerica che si appatavano con i clienti i quali sarebbero arrivati a pagare dai 200 ai 500 euro per avere un rapporto sessuale con loro. A scoprire il presunto giro di prostituzione erano stati i carabinieri di Conegliano al termine di un'indagine iniziata nel marzo 2013 quando un coneglianese e gruppo di kossovari vennero malmenati all'interno del locale per aver cercato, sempre secondo l'accusa, di entrare nel giro delle prostitute.