Chiesto il rinvio a giudizio per Giuseppe Montesel, Federico Florian e Vinicio Monti
I TRE RAPINATORI DELLA GIOIELLERIA MICHIELETTO VERSO IL PROCESSO
accusati anche del colpo alla Veneto Banca di Cappella Maggiore
ODERZO – (gp) Indagini chiuse e richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Valeria Sanzari. Con una novità: oltre al maxi colpo alla gioielleria Michieletto di via Argine a Motta di Livenza dello scorso 30 gennaio, ai tre presunti rapinatori viene contestato anche il colpo alla filiale di Veneto Banca di Cappella Maggiore del 25 marzo 2013. Si avvaino dunque verso il processo il 53enne di Chiarano Giuseppe Montesel, il 54enne di Oderzo Vinicio Monti e il 39enne Federico Florian, anche lui di Oderzo. Travisati con delle maschere in lattice e armati di pistola giocattolo, i tre avevano fatto irruzione nella gioielleria di Motta di Livenza riuscendo a impossessarsi, tra gioielli e orologi, di un bottino di poco inferiore ai 300 mila euro. Un blitz fulmineo che pensavano fosse andato liscio: quasi nulle le tracce lasciate sul posto e l'unica testimone, la moglie del titolare, venne legata mani e piedi e quindi resa innocua per lanciare l'allarme in tempo utile per permettere a qualcuno di accorgersi di quei tre tipi sospetti. Ma sono state proprio le testimonianze di alcuni cittadini a permettere ai carabinieri di Conegliano di stringere le manette ai polsi della banda. Vinicio Monti, l'uomo che faceva da palo, era stato fermato all'aeroporto Marco Polo di Venezia poco prima che partisse per Rio de Janeiro. In valigia aveva parte delle refurtiva che avrebbe dovuto piazzare nel mercato nero in Brasile, un'altra parte era stata invece recuperata nelle abitazioni di Federico Florian e di Giuseppe Montesel, che nel 1990 fu autore di un omicidio nel pordenonese (uccise una guardia giurata). Le successive indagini hanno poi portato gli inquirenti a recuperare elementi sufficienti per attribuire ai tre imputati, in concorso con una quarta persona, il colpo alla filiale della Veneto Banca di Cappella Maggiore. In quell'occasione, in via Fiume, i quattro malviventi (due travisati con dei passamontagna, uno con una maschera ed un quarto che indossava occhiali e berretto) erano entrati nella sede dell'istituto di credito, riuscendo, minacciando il cassiere con un coltello, a fuggire con un bottino di circa 600 euro. Al momento del blitz erano presenti solo due clienti oltre alla direttrice: hanno raccontato agli investigatori che i componenti della banda parlavano un italiano fluente, senza inflessioni dialettali. I quattro banditi erano poi scappati a bordo di una Fiat Punto che era stata ritrovata poco distante.