TREVISO - "In sei mesi da quando si è aperta questa emergenza non ho mai visto sindaci o politici, nessuno si è mai fatto vedere nelle strutture, nessuno ha mosso un dito: forse sono troppo presi dalle loro cose": è un attacco chiaro e diretto quello scagliato dal presidente della Caritas di Treviso, don Davide Schiavon, nei confronti delle istituzioni sul caso profughi. "Veniamo accusati di avere uno sguardo attento soprattutto ai profughi, ma tutti gli italiani che vengono da noi dalla mattina alla sera, dove li mettiamo?": rincara la dose don Davide, in prima linea, in questi giorni, con quella che è diventata una vera e propria emergenza. In mattinata intanto, presso la Questura, sono giunti altri 47 profughi, tutti eritrei, per essere fotosegnalati ed identificati. Tra questi 10 saranno portati in strutture di accoglienza di Vittorio Veneto mentre 38 troveranno alloggio presso le scuole elementari ex "Marconi di via Pasubio" a Treviso: i precedenti ospiti, quasi tutte le famiglie siriane che facevano parte dei gruppo di 92 profughi giunti a Treviso martedì, sono infatti già ripartiti alla volta di Milano, lasciando lo spazio necessario ai nuovi arrivati.