Confessano i magrebini che hanno rubato nella chiesa di San Vincenzo a Oderzo
"SIAMO STATI NOI, LO ABBIAMO FATTO PERCHÈ CACCIATI DI CASA"
Il giudice ha convalidato l'arresto e disposto i domiciliari per entrambi
ODERZO – (gp) Lo hanno fatto perchè erano stati cacciati di casa dai genitori e non avevano soldi per sopravvivere. Dopo aver ammesso di essere stati loro i due autori del furto sacrilego commesso all'interno della chiesa di San Vincenzo a Oderzo, nella notte tra martedì e mercoledì, i due marocchini di 18 e 20 anni, finiti in manette per ricettazione, hanno raccontato al gip Bruno Casciarri anche questo retroscena, ottenendo gli arresti domiciliari proprio nella casa dei genitori che non volevano più sapere niente di loro. I due ragazzi erano stati rintracciati nello scantinato dell'ospedale che utilizzavano come riparo per la notte: all'interno dei loro zaini era stata trovata la refurtiva (una pisside in argento placcata oro, una teca e oggetti sacri per un valore di 2 mila euro) e alcuni abiti (tre felpe e un giubbotto del valore di 75 euro) che risultavano rubati in un negozio di Conegliano, a gestione cinese. Martedì notte gli stranieri erano entrati nell'edificio sacro di via Altinate sfondando una finestra: i due hanno utilizzato una pietra trovata sul sagrato. Una volta all'interno i malviventi avevano fatto razzia di quanto era presente nel tabernacolo. Per forzare il tabernacolo era stato usato, come di attrezzo da scasso, un crocifisso. Ad accorgersi dell'ammanco era stato, mercoledì mattina, il parroco don Angelo Pavan che aveva subito denunciato l'episodio all'Arma. Il Vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, in visita pastorale a Oderzo, aveva celebrato assieme a don Angelo una Messa di riparazione per consacrare l'Eucarestia e riporla nuovamente nel tabernacolo.