Sotto accusa i fratelli Gabbana (ex titolari) oltre a Fabio Righi e Mauro Carbotti
BANCAROTTA DG DI MOTTA DI LIVENZA: CONDANNE PER 8 ANNI
Per l'accusa i quattro, a vario titolo, crearono un buco di 1,5 milioni
MOTTA DI LIVENZA – (gp) Stando all'accusa avevano utilizzando identità false per rilevare, nel luglio 2010, una ditta in crisi di Motta di Livenza, specializzata nella fabbricazione di mobili e pantografia di proprietà dei fratelli Gabbana. Al fallimento, dichiarato a dicembre di quell'anno, l'azienda sarebbe risultata però già svuotata di tutti i suoi beni con un buco che si avvicinava al milione e mezzo di euro.
Per quei fatti vennero arrestati dalla Guardia di Finanza di Treviso, nel marzo scorso, il 50enne di Taranto Mauro Carbotti e il 45enne di Cesena Fabio Righi. Entrambi sono finiti a processo di fronte al gup Silvio Maras per rispondere del reato di bancarotta. Gli accertamenti della Procura hanno poi stabilito che anche i fratelli Gabbana avrebbero avuto un ruolo nel crack della ditta. Motivo per cui ha spedito tutti e quattro gli imputati di fronte al giudice.
Claudio e Adriano Gabbana hanno patteggiato due anni di reclusione ciascuno, ottenendo la sospensione condizionale della pena. Fabio Righi è stato invece condannato con rito abbreviato a due anni e quattro mesi mentre Mauro Carbotti, la cui posizione è stata stralciata, ha rimediato due anni e due mesi. Secondo la Procura di Treviso, sulla base degli accertamenti delle Fiamme Gialle, gli pseudonimi usati dei due sarebbero stati Andrea Lucchi e Giancarlo Ferri.
Per le fiamme gialle non era stato semplice risalire a entrambi visto che si rese necessario l'ausilio della polizia scientifica per perizie calligrafiche e fotografiche. Il crack dell'azienda trevigiana, ormai decotta, provocò la perdita del posto di lavoro per i 23 dipendenti della ditta che aveva sede in via Umbria a Motta di Livenza.