La Corte d'Appello di Venezia non ha rimodulato la sentenza di primo grado
AGGUATO IN AGRITURISMO A COLPI DI MACHETE: CONFERMATI I 6 ANNI
Sotto accusa per tentato omicidio il 33enne marocchino Issam Ouahadi
CAVASO DEL TOMBA - (gp) La Corte d'Appello di Venezia ha confermato i sei anni di reclusione inflitti in primo grado a Issam Ouahadi, il 33enne marocchino imputato di tentato omicidio per aver aggredito per vendetta un connazionale di 21 anni, giardiniere all'agriturismo Villa Fontana di Cavaso del Tomba. Ouahadi, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, era chiamato a rispondere anche dei reati di violenza privata, minaccia aggravata dall'uso di un'arma, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
Il procuratore generale Giovanni Francesco Cicero, che aveva impugnato la sentenza del tribunale di Treviso, aveva chiesto una condanna a dieci anni e mezzo, sei mesi in meno di quanto aveva chiesto il pm di Treviso che aveva ipotizzato una pena complessiva di 11 anni di carcere (10 anni per il tentato omicidio che assorbiva anche i reati di minacce e violenza privata, 9 mesi per la resistenza a pubblico ufficiale e 3 mesi per i danneggiamenti).
I fatti contestati risalivano al 7 dicembre 2013 quando l'imputato, quasi sfondando la porta d'ingresso dell'agriturismo di Cavaso del Tomba, avrebbe minacciato con un coltello la proprietaria costringendola a rinchiudersi in uno sgabuzzino. Il suo obiettivo però non era la donna, bensì il giardiniere 21enne, anche lui originario del Marocco. L'imputato sarebbe così salito al piano superiore entrando nella stanza del giovane. Armato di machete, lo avrebbe aggredito cercando di accoltellarlo.
La vittima riuscì a parare il fendente con il braccio destro, procurandosi una profonda ferita e la frattura dell'ulna (lesioni giudicate guaribili in 40 giorni), e poi, saltando da una finestra, si diede alla fuga. Nel frattempo all'agriturismo arrivarono i Carabinieri di Pederobba, allertati da alcuni testimoni: davanti ai militari, il magrebino non oppose resistenza e si lasciò portare in caserma.
Tra i due stranieri c'era vecchia ruggine: il 14 ottobre erano stati protagonisti di una lite in centro a Montebelluna. Ad avere la peggio, allora, era stato proprio Ouhadi, messo ko da una bottigliata in testa. E così, secondo gli inquirenti, avrebbe pensato di vendicarsi per lo sgarbo subìto.