In aula l'assistente capo della Polizia di Castelfranco Veneto Piergiorgio Simeoni
SOLDI PER EVITARE LE MULTE: POLIZIOTTO A PROCESSO
E' accusato di induzione indebita a dare o promettere utilitÃ
CASTELFRANCO VENETO – (gp) Dopo aver già rimediato una condanna a cinque anni e quattro mesi di reclusione, poi ridotta in appello a due anni, dieci mesi e dieci giorni, l'assistente capo della polizia di Castelfranco Veneto Piergiorgio Simeoni è tornato di fronte al giudice per rispondere del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Reato che in caso di condanna prevede una pena compresa tra i tre e gli otto anni di reclusione.
Sul banco dei testimoni si è seduta una delle due presunte vittime la quale, rispondendo alle domande del pm, ha confermato le accuse mosse contro il poliziotto che avrebbe chiesto, implicitamente, e ottenuto mille euro per evitare di elevare una multa. Presentandosi nella ditta in cui lavorava la vittima, il poliziotto si sarebbe seduto di fronte al titolare, fissandolo in silenzio. “E adesso cosa facciamo? - avrebbe detto il titolare, ricevendo come risposta: “Già, cossa femo?”.
L'imprenditore ha detto di essersi sentito in soggezione, di aver capito che il poliziotto chiedeva denaro e di aver tirato fuori dal cassetto due banconote da 500 euro. Simeoni, presi i soldi e messi in tasca, si sarebbe alzato, se ne sarebbe andato e nessuna multa sarebbe poi stata recapitata alla ditta di costruzioni di Castelfranco Veneto. Una condotta che sarebbe stata tenuta dall'imputato il giorno seguente a un controllo effettuato a Vedelago a carico di un camionista della Penzin Costruzioni Generali. L'agente avrebbe contestato a presenza a bordo del camion di un apparato radio cb illecito, ipotizzando una multa di 2 mila euro.
L'altro episodio finito nel mirino della Procura, che ha ricevuto lo stralcio dell'inchiesta da Padova per il trevigiano, indagato assieme ad altri due colleghi, riguarda un fatto analogo, sempre accaduto a Vedelago. In questo caso, per chiudere un occhio al termine di un controllo a un autista della Edilscavi snc, l'agente si sarebbe intascato 1400 euro. Accuse che il diretto interessato, difeso dall'avvocato Paolo Virgili, respinge con forza sostenendo la propria totale estraneità ai fatti contestati.