La Procura aggiunge anche l'accusa di truffa ai danni dello Stato
CA' DELLA ROBINIA: GLI INDAGATI ORA SONO QUATTRO
Fascicolo parallelo a Venezia: si ipotizza l'abuso d'ufficio
NERVESA DELLA BATTAGLIA – (gp) Sale a quattro il numero degli indagati nell'inchiesta sul caso Ca' della Robinia, riguardante un finanziamento regionale di 3,4 milioni di euro per l'acquisto e la trasformazione dell'ex Disco Palace in una struttura che avrebbe dovuto dar lavoro a un gruppo di disabili. Oltre a Bruna Milanese, che gestiva la coop che ha ricevuto il finanziamento, la Procura di Treviso ha messo sotto indagine anche i figli della donna, Selene e Stefano Bailo, e l'ex proprietario del Disco Palace Giancarlo Baldissin.
E l'inchiesta si arricchisce anche di una nuova accusa: oltre a quella di malversazione ai danni dello Stato, il sostituto procuratore Valeria Sanzari, titolare del fascicolo, ha ipotizzato anche quella di truffa ai danni dello Stato. Le indagini insomma continuano, e non è escluso dagli inquirenti che possano esserci ulteriori sviluppi. A confermarlo il fatto che anche la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo, in mano al procuratore aggiunto Carlo Nordio e al sostituto Stefano Ancilotto, ipotizzando il reato di abuso d'ufficio, ancora a carico di ignoti.
Gli inquirenti trevigiani e lagunari lavorano a braccetto, e intendono accertare anche i meccanismi del finanziamento da parte dell'assessorato alle politiche sociali allora guidato dall'assessore Remo Sernagiotto, oggi europarlamentare. Le risorse dovevano servire a trasformare il sito del Disco Palace, una delle prime discoteche della Marca, in un centro per persone con disabilità o svantaggiate.
Di queste strutture, però, non c'è mai stata traccia. Anzi, al posto della fattoria didattica è stata invece inaugurata una birreria di una nota catena. I titolari del locale, fin dall'inizio, si erano dichiarati del tutto all'oscuro di tali finalità (e anche per la Procura, per il momento, risultano estranei ai fatti) e avevano ribadito di aver stipulato un regolare contratto d'affitto per lo stabile con la cooperativa gestita da Bruna Milanese.