VIDEO L'inchiesta a una svolta: ipotesi di responsabilità di terzi
TRAGEDIA AL MOLINETTO DELLA CRODA: DUE INDAGATI
Acquisiti documenti relativi all'attuazione dei piani regolatori
REFRONTOLO – A quindici mesi di distanza dalla tragedia del Molinetto della Croda, la Procura di Treviso ha iscritto due persone nel registro degli indagati. Immutate le ipotesi di reato: omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Che a questo punto non sono più a carico di ignoti. Segno che gli accertamenti degli inquirenti hanno portato a ipotizzare responsabilità specifiche a carico delle due persone al momento coinvolte. Nessun avviso di garanzia è stato ancora notificato, e di certo c'è che le indagini non sono ancora concluse. Anzi, gli inquirenti hanno la necessità di acquisire ulteriore documentazione relativa all'attuazione dei piani regolatori sulla per capire la destinazione d'uso e l'utilizzo dell'area in cui si è verificato il fatto costato la vita a Maurizio Lot, collaboratore della Pro Loco di Refrontolo, Luciano Stella, gommista di Pieve di Soligo, Giannino Breda di Falzè di Piave e Fabrizio Bortolin di Ponte della Priula, tutti travolti e uccisi dalla furia del torrente Lierza. Quella sera del 2 agosto 2014 si contarono inoltre 20 feriti, di cui due in maniera grave, e danni ingenti alle abitazioni e a decine di auto che vennero spazzate via dall'acqua. L'area rimase sotto sequestro per 23 giorni e per diversi mesi i periti nominati dalla Procura, un idrologo, un geologo e un ingegnere idraulico, hanno studiato i rilievi urgenti e irripetibili effettuati nell'immediatezza della tragedia e hanno depositato sul tavolo del pm una corposa relazione che ha preso in esame ogni aspetto. Il loro compito è stato quello di verificare lo stato dei luoghi, analizzare la portata del torrente e stabilire se ci siano state o meno opere di modifica del corso del Lierza che potessero aver causato, anche indirettamente, l'ondata di piena che ha travolto la tensostruttura distruggendola.
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