Dopo un infortunio sul lavoro, avrebbe ingannato i medici
FINGE DANNI PERMANENTI: FALSO INVALIDO A PROCESSO
Accusato di truffa ai danni dello Stato un 51enne di Cordignano
CORDIGNANO - Rimasto vittima di un infortunio sul luogo di lavoro, avrebbe colto la palla al balzo per gonfiare i danni fisici subiti ingannando la commissione medica dell'Inail e ricevendo un'indennità di oltre 370 mila euro (di cui 117 mila già percepiti) a cui si vanno ad aggiungere più di 33 mila euro a titolo di risarcimento temporaneo per l'astensione lavorativa. In realtà, stando alle indagini della Procura di Treviso, un 51enne originario di Catania, ma residente a Cordignano, sarebbe soltanto un falso invalido che avrebbe percepito indebitamente quel denaro, raggirando sia l'azienda per cui lavorava che l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Tanto che il giudice Angelo Mascolo, esaminati gli atti del pm, ha disposto il rinvio a giudizio dell'uomo, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, che dovrà ora presentarsi di fronte al tribunale a metà dicembre per rispondere dell'accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato. Stando a quanto contestato dagli inquirenti, il 51enne sarebbe rimasto davvero vittima di un infortunio sul lavoro il 22 gennaio 2008. Da quel momento sarebbe iniziato anche il suo presunto calvario. Il danno fisico subito, oggetto di una causa civile tra la vittima e l'azienda, si era concluso con l'esito degli accertamenti di un consulente e della commissione medica dell'Inail che aveva riconosciuto al 51enne un grado di invalidità permanente pari al 52%. Un esito che la stessa ditta credeva sospetto, ma tramite la sua assicurazione aveva dato il via libera al risarcimento del danno. Ma le indagini sull'uomo non si erano concluse con l'assegnazione dell'indennità. Un investigatore privato, ingaggiato per far pedinare il 51enne per qualche giorno, aveva portato a galla una realtà diversa da quella raccontata ai sanitari. L'uomo è stato infatti beccato alla stazione ferroviaria di Treviso mentre, senza alcun problema di deambulazione o di zoppia, caricava in auto le valigie della moglie che era andato a prendere. Una prova che è stata portata all'attenzione della Procura che, dopo i relativi accertamenti, ha mandato l'uomo a processo credendo che il suo caso sia da annoverare tra quelli dei cosiddetti “falsi invalidi”.