Il 15° Rapporto sulla presenza degli immigrati in provincia
DOPO 5 ANNI, TORNARO A CRESCERE GLI STRANIERI NELLA MARCA
Calano le cittadinanze, aumentano i permessi di soggiorno
Un incremento dovuto essenzialmente a due fattori, secondo i dati del 15esismo Rapporto sulla presenza di cittadini stranieri nella provincia di Treviso, elaborato da Anolf Cisl, Caritas, Migrantes. Veneto Lavoro e dalle cooperative La Esse e Una casa per l’uomo.Primo elemento: nel 2017 le acquisizioni di cittadinanza italiana sono diminuite del 45%, nonostante nell’arco di un quindicennio 40mila immigrati hanno ottenuto il passaporto del Belpaese. Secondo aspetto, l’aumento dei nuovi permessi di soggiorno. Un dato che non può essere tradotto in un proporzionale incremento di arrivi da oltreconfine, magari legati ai profughi, rileva don Bruno Baratto, direttore di Migrantes Treviso e uno dei redattori del dossier.
Quasi un immigrato su quattro è minorenne, ma anche tra gli stranieri si avvertono gli effetti della denatalità: i nuovi nati da entrambi i genitori non italiani, l’anno scorso, sono stati 1.352, il 4,7% in meno del 2016. I neonati stranieri rappresentano comunque ancora il 20% dei bebè della Marca.
Nel campo del lavoro, i cittadini di altri paesi costituiscono il 9% degli occupati. La loro presenza è forte soprattutto nell’industria e nell’agricoltura, oltre che nelle costruzioni, con nette specializzazioni in base alla nazionalità. Oggi gli stranieri sono tornati in attivo di duemila posizioni rispetto ai posti di lavoro persi dall’inizio della crisi, mentre gli italiani (che però partivano da un perdita ben più grave) sono ancora in deficit per 1.600 unità. Questo perché i nuovi posti creati negli ultimi anni, spiega Letizia Bertazzon di Veneto Lavoro, sono in prevalenza a termine, dove sono più impiegati gli immigrati.
Proprio in virtù delle esigenze del sistema economico della provincia, la segretaria generale della Cisl di Treviso e Belluno, Cinzia Bonan, ribadisce la necessità di “serie politiche dei flussi in entrata”.