TREVISO - "Le abbiamo provate tutte per convincere il governo a rinviare al 2020 l'entrata in vigore della fatturazione elettronica”: Raffaele Baratto, deputato di Forza Italia, in Commissione Finanze, non nasconde le sue perplessità sull'introduzione obbligatoria delle e-fatture e sulle conseguenze per le piccole e medie imprese. Il parlamentare treviagiano più volte ha stigmatizzato l’indifferenza del governo sul tema e ha negli scorsi mesi anche promosso una petizione contro questa nuova modalità. “Ministri e sottosegretari intervenuti hanno continuato a ripeterci che non c'era motivo per rimandare - sottolinea -. La verità è che l’unico motivo per cui l’Italia ha introdotto la fattura elettronica è per soddisfare la voracità dell’Agenzia delle Entrate e del Governo a caccia di risorse per finanziare il reddito di cittadinanza: non vedono l’ora di mettere le mani sul tesoretto a spese di artigiani ed imprese". Baratto non usa mezzi termini: "L'Italia non è pronta a questa innovazione, siamo tra gli ultimi in Europa in investimenti digitali, con un gap di 25 miliardi rispetto agli altri paesi. Ed infatti gli operatori che hanno cercato di inviare le prime fatture elettroniche hanno sperimentato come il nuovo portale dell'Agenzia delle Entrate fosse già andato off line per problemi tecnici. Ci sarebbe da scherzarci sopra, se tutto questo non costasse milioni nei prossimi mesi alle piccole e medie imprese". Continua l'esponente trevigiano a Montecitorio: “In questi mesi precedenti l’introduzione sono emerse chiaramente tutte le criticità di uno strumento che crea solo disagi. E’ stato così mal progettato che l’Agenzia non è stata nemmeno in grado di garantire l'adeguatezza con la nuova normativa sulla privacy, richiesta invece anche ai piccoli artigiani con costi ingenti. Il rischio ulteriore, dunque, è di vedere milioni di dati commerciali e riservati delle imprese diffusi senza tutela".
“L’introduzione della e-fattura - conclude Baratto - conferma per l’ennesima volta che piccole e medie imprese siano le uniche a pagare il conto salato delle decisioni di questo Governo".