Torna a far parlare di se il campione californiano.

Giocava in competizione con i migliori classificati nel World Ranking, tra cui il numero 1 Scottie Scheffler, e Rory McIlroy numero 2

Era di certo Tiger Woods il giocatore più atteso nel torneo in programma dal 15 al 18 febbraio al Riviera Country Club di Pacific Palisades, in California. Il suo rientro nelle gare era stato a dicembre, dopo otto mesi di fermo a seguito del ritiro nel Masters, e dopo qualche giorno aveva partecipato  ad una gara speciale in Florida, il PNC Championship, la famosa Louisiana che vede venti campioni in coppia con un membro della famiglia. L’aveva sostenuta con il figlio quattordicenne Charlie, risultando al quinto posto con -19. Tiger Woods ha ormai 48 anni, la sua presenza in Campo è sempre un evento. in questo incontro ancor più. A far loro da caddie era Sam, la figlia sedicenne di Woods.

L’evento  aveva un montepremi di 20 milioni di dollari, di cui quattro per il vincitore. Erano presenti in campo 23 dei primi venticinque giocatori del ranking mondiale, compreso il numero uno Scottie Scheffler, ma la scena è stata sua. Non era sicuramente il favorito, ma come sempre il pubblico e i media erano tutti per lui. Woods, che ha ricevuto un invito dello sponsor, era alla 374ª presenza e disputava per la 16ª volta il Genesis Invitational. Non lo ha mai vinto, ma lo ha debuttato nel 1992 sul PGA Tour da dilettante, all’età di 16 anni. E nel 2021, proprio quando si trovava nell’area di Los Angeles, dopo aver assistito al torneo da spettatore in seguito all’ennesimo intervento chirurgico alla schiena, Woods rimase coinvolto in un incidente automobilistico a Rancho Palos Verdes rischiando la vita.

Non giocava il numero tre, il campione in carica Jon Rahm, ma a rendere avvincente la gara ci hanno pensato Viktor Hovland, Xander Schauffele, e i bei nomi che completano la top ten. Meritano attenzione anche i giovani che stanno cercando di farsi largo, come i due protagonisti della Ryder Cup di Roma, la prima disputata in Italia con un successo planetario: Ludvig Aberg, e Nicolai Hojgaard, runner up nel Farmers Insurance Open. Il Genesis è nato nel 1926 come Los Angeles Open. Ha poi più volte cambiato denominazione, fino all’attuale Genesis Invitational, giunta alla 98ª edizione. Ben Hogan, Arnold Palmer e Bubba Watson hanno ottenuto il successo per ben tre volte.

Eravamo molto curiosi di vedere come sarebbe andato l’incontro per Tiger Woods. Embè, non bene! Era alla sua prima apparizione nel 2024, dopo il Masters di aprile. Il gioco nel primo giro si era concluso con  cinque birdie e sei bogey. Nella seconda giornata aveva accusato un malessere generale prima della gara. Gli sembrava poi di aver superato, ma sceso in campo ha avvertito vertigini. Ha tenuto duro, ma dopo il tee shot alla buca 7 del secondo giro ha dato forfait, con un Golf car è stato accompagnato in clubhouse. È stato un malore forse causato da un attacco influenzale, ma più probabilmente legato alla disidratazione.

Dopo il ritiro ha evitato i giornalisti, ed è uscito dalla clubhouse prima che il secondo round fosse ultimato. Grande Tiger ne hai subito tante di disavventure! Purtroppo vien da pensare che la sua luce si sia oscurata.

Non è stato l’unico inconveniente del torneo a rattristare il Riviera. Jordan Spieth è stato squalificato, per punteggio errato sullo score. Alla buca 4 aveva fatto un bogey, ma aveva segnato il par: ha firmato un 3 invece del 4 messo a segno. È da supporre che sia stata una disattenzione, può capitare infatti, ma nel Golf firmare un punteggio errato è irregolarità grave; ne è conseguita la squalifica, la sua prima in carriera. Il texano non ha battuto ciglio. Si è assunto la responsabilità, ha accettato la punizione con sportività, certo non senza dispiacere.

È capitato anche a me di dover squalificare un professionista per questa ragione. Non si può mai sapere con certezza se ci sia o meno il dolo. So soltanto che dover infliggere tale punizione mi ha fatto soffrire, almeno quanto chi l’ha subìta.                                   Paolo Pilla