AL MEXICO OPEN

Francesco Molinari è tornato in campo dopo tre settimane di sosta, per prendere parte al Mexico Open sul PGA Tour, dal 22 al 25 febbraio.

A difendere il titolo dell’evento è Tony Finau, 34enne di Salt Lake City (Utah) con sei successi sul circuito, l’ultimo proprio in Messico. Sono in animo di recitare il ruolo di profeti in patria gli altri due vincitori del passato, i messicani Alvaro Ortiz e Sebastian Vazquez.

Al via, numerosi i giocatori all’appuntamento, oltre ai due messicani molti altri del tour europeo, tra cui i danesi Nicolai Hojgaard e Thorbjorn Olesen.

A gennaio Francesco Molinari aveva disputato il Farmers Insurance Open,

e si era classificato al 73° posto, l’incontro gli era servito per interrompere la serie negativa sul circuito PGA, del 2023.

Nato nel 1944, Il torneo è giunto alla 64ª edizione, ma è solo dal 2022 che fa parte del PGA Tour. Pochi i plurivincitori; migliore è stato lo statunitense Al Espinosa con quattro titoli, poi l’argentino Roberto De Vicenzo con tre, e due per il messicano Ernesto Perez Acosta.

Il montepremi era di 8.100.000 dollari, con prima moneta di 1.458.000.

Nella prima giornata fa faville il sudafricano Erik Van Rooyen, in vetta alla classifica grazie al -8 dato dai due eagle conquistati ai par 5. È  inseguito dal finlandese Sami Valimaki -7, che ha impressionato il pubblico con un lunghissimo potente drive al par 4 della 7.

È male in arnese Francesco Molinari, su cui avevamo riposto speranza; non riesce a ritrovare la brillantezza del suo gioco. Alla conclusione del primo giro si trova in 116° posizione, risultato che fa poco ben sperare.

Francesco ci ha però più volte fatto assistere a potenti riprese, non si sa mai! E invece…! Magari il nostro torinese non ha giocato male il suo secondo giro, lo ha concluso a -1, a fronte di tre bogey che recupera con 4 birdie. Non è sufficiente però, il suo punteggio complessivo è 144 (+2), non passa il taglio, è costretto a lasciare anzitempo il Mexico Open. Ci dispiace. Non bene neanche per Erik Van Rooyen che ieri guidava la classifica, e oggi si trova al 5° posto.

Ho fatto caso che la parabola discendente di Francesco Molinari ha coinciso con il lasciare l’Italia, per trasferirsi negli USA. È chiaro che l’America non gli ha portato fortuna. Tra pochi giorni correrà in Florida, lo inseguiamo sollecitandolo che ci faccia tornar a sognare.

 In contemporanea, si giocava a Nairobi il Magical Kenya Open,  gara del DP World Tour. Sarebbe questa l’organizzazione che gestisce i tre principali tour professionistici maschili di Golf in Europa. Fino a poco tempo fa si chiamava PGA European Tour, ha dovuto sostituire il nome perché così desiderato dagli sponsor. Come prestigio, l’European Tour è secondo solo al PGA Tour, che ha base negli Stati Uniti, mentre questo ha sede in Inghilterra, a Virginia Water nel Surrey.

A Nairobi sono scesi in campo ben sette azzurri: Guido Migliozzi ed Edoardo Molinari, entrambi vincitori in passato del torneo, oltre a Renato Paratore, Lorenzo Scalise, Andrea Pavan, Filippo Celli e Pietro Bovari, come dire le future speranze dell’Italia. Si erano trovati difronte i due vincitori stagionali, il giapponese Rikuya Hoshino, vincitore del Commercial Bank Qatar Masters, e il sudafricano Dylan Frittelli, a segno nel Ras Al Khaimah Championship, entrambi annunciati in gran forma, nonché i favoriti della piazza.

L’alto livello della gara rendeva l’ambiente carico di emozioni. Per gli azzurri c’era stato un avvio di stagione un po’ altalenante. Non era mancato qualche lampo Incoraggiante, ma tutti erano ancora alla ricerca del loro ritmo. Celli e Migliozzi erano andati a premio nel Qatar Masters, mentre Molinari, Paratore, Scalise e Pavan, che erano usciti al taglio, erano desiderosi di affrancarsi. L’edizione 2023 del Magical Kenya Open aveva chiuso in modo grandioso, con l’ultimo giro di Jorge Campillo, che aveva permesso un indimenticabile spettacolo magistrale. Campillo Quest’anno non c’è, ma la sfida tra gli azzurri e i talenti locali è sentita.

Montepremi 2.500.000 dollari, con prima moneta di 425.000.

Oltre che valido trampolino di lancio, il Magical Kenya Open, è evento prestigioso.

La gara è vinta dall’olandese Darius Van Driel, grazie ad uno score finale di 67 colpi, ma ha riservato qualche soddisfazione anche agli azzurri. Bella è stata soprattutto la prova di Lorenzo Scalise, che per un buon tratto ha girato al secondo posto, e ha ultimato undicesimo con 276 (-8).     Paolo Pilla