Situata nell’Alto Adriatico, Caorle è un gioiello di cittadina di mare, con un litorale formato da sabbia dorata, e un tratto di scoglio. Ricca di storia e di cultura, dista in linea d’aria 38 km da Venezia, gli abitanti vivono di pesca e di turismo. Nella buona stagione si gode il profumo del mare, in piena estate le brezze marine fanno avvertire meno la calura, e quando spirano intense, sono ancora più piacevoli.

Tutto il territorio caorlotto trasuda storia, con le numerose tracce dell’insediamento paleoveneto risalente all’età del bronzo: in prossimità di San Gaetano è stato scoperto il villaggio preistorico. Presso un’azienda agricola sulla sesta presa è visitabile il Museo Nazionale di Archeologia del Mare.

Il toponimo deriva da Sylva Caprulana. Nell’antica isola erano presenti boschi, con abbondanti capre selvatiche che vi pascolavano. E dal latino Caprulae divenne Cavorle, oggi Caorle.

È stato ricco di fascino il periodo romano, quando il porto di Caorle, Portus Reatinum, serviva di riferimento per le navi dirette a Julia Concordia e a Opitergium. Al largo di Caorle, c’è stato un raro reperto: una nave del I sec. d.C., intatta,  con il suo notevole carico di anfore.

È stato il maggior porto dell’Alto Adriatico, al servizio di Opitergium e di Julia Concordia. Oggi, il porto peschereccio è di straordinaria attrattiva nel cuore della città. Già arrivandoci fanno bel vedere le barche lungo il porto-canale. Superata la foce del Livenza, ecco Porto S. Margherita (già Porto delle Donzelle), darsena di rilievo, con le sue porte vinciane che lo tutelano dalle avversità.

Il porticciolo è teatro di numerose regate veliche, di cui la “Cinquecento x 2” è la più famosa. La rievocazione del “Ratto delle donzelle veneziane”, avvenuto nel 943 per opera di pirati della vicina costa dalmata, viene talvolta celebrata con un’emozionante regata storica anche a memoria della fiorente attività di pesca, per anni unica fonte di vita. Ogni anno poi, a settembre, ha luogo la tradizionale, gioiosa, Festa del Pesce.

il suo senso storico-culturale lo esprime forte nel centro cittadino, nella riproposizione dello stile veneziano-lagunare; anche da ciò è chiamata la “Piccola Venezia”.

Stimolante è la passeggiata tra le calli e i campielli di Caorle, cittadina cui sono sentimentalmente legato, per averla gagliardamente vissuta negli anni ‘70. Tra le sue viuzze, ricche di  fascino, i turisti possono godere di una piacevole e rilassante passeggiata, scoprendo i caratteristici vicoli  e gli autentici allegri colori delle sue case, tipici della tradizione veneziana. E apprezzare l’ospitalità della gente abituata al tratto della Serenissima, magari gustando uno spuntino: l’eccellente calamaro da passeggio.

Centro di pescatori dal forte richiamo di Venezia, era un tempo attraversata da una rete di canali, ora interrati i (Rio terà). Fino a qualche anno fa, ricordo molto bene, era interessante recarsi al mercato del pesce, seguire le contrattazioni che dovevano svolgersi celermente. Erano pittoresche, condotte in modo suggestivo, lo stesso di un secolo fa: Il banditore riceve l’offerta segretamente, le comunicazioni vengono date con tirate d’orecchio. Era da incantarsi a guardarli!!

Era un’isola Caorle, e come Venezia, ci si spostava sui canali, i rii, ora interrati. Oltre alle belle casette, c’era un tempo il “Palazzòn“, quattrocentesco, che dava ospitalità a famiglie popolane.

È magnifica la cattedrale di stile bizantino-ravennate, edificata nel 1038 su una preesistente basilica paleocristiana. Al suo interno, notevoli opere d’arte e rinvenimenti romani. Il millenario campanile cilindrico anch’esso di epoca romana dell’ XI secolo, inclinato, alto 48 metri, è unico col suo armonioso alternarsi di bifore, monofore, ed eleganti colonnine. Scale in legno permettono di arrivare in cima alla torre, da cui si può godere il panorama. Conosciuto nel mondo, il campanile simboleggia l’immagine della città, che conserva la caratteristica del borgo di pescatori, con le sue antiche tradizioni.

Sono due le spiagge di Caorle: la Spiaggia di Levante e quella di Ponente, più volte premiata con il riconoscimento di Bandiera Blu.

Una gradevole particolarità sul lungomare è “ScoglieraViva”, che collega l’una all’altra spiaggia: artisti scalpellini gareggiano per guarnirla di attraenti sculture. La competizione, nata nel 1993 ha luogo ogni 2 anni, è a soggetto libero, e coinvolge l’intera città.

Soggiornando a Caorle, si possono godere le escursioni in barca nella natura incontaminata della laguna, la Valle Grande già territorio di caccia della nobiltà veneziana, con i tipici casoni. Qui Ernest Hemingway trovò ispirazione per il romanzo “Di là del fiume, tra gli alberi”. Lo scrisse mentre si trovava a Cuba, nel ricordo dei momenti trascorsi nel 1948, ospite nella tenuta dell’amico Raimondo Franchetti, a San Gaetano di Caorle, per la caccia alle anatre.

Di estremo interesse sono anche le località limitrofe, in particolare:

-Concordia Sagittaria già “Iulia Concordia”, importante centro dell’antica Roma, fondato nel 42 a.C. all’intersezione della Via Annia con la Postumia (Sagittaria è appellativo ascrivibile al fatto che nell’800 vi si forgiavano le frecce);

–Eraclea, l’antica “Melidissa” poi “Heraclia”, che per un periodo fu capitale della Serenissima, conosciuta in tempi più recenti come “Grisolera”.

Passata Roma, le sorti di Caprulae si legano alla Repubblica Veneta, che dopo Chioggia aveva in essa l’isola maggiore. Diventa importante, e quando le  popolazioni della terraferma cercano scampo dall’invasione dei barbari, dà un forte contributo nella fondazione di Venezia. Governata da un podestà, era Reggimento del Dogado nella Serenissima Repubblica, furono anni felici.

Ricca de zente e de possenza“, dota la flotta veneziana di navi e marinai.

Nel ‘300 venne coinvolta in una delle guerre intercorse tra le Repubbliche marinare di Venezia e Genova, e male gliene incolse. Con la caduta della Serenissima avviene anche il suo declino: dapprima con Napoleone, e poi con gli Asburgo. Risorge dopo la seconda guerra mondiale, per l’intraprendenza della sua gente, che è riuscita a far fruttare il patrimonio delle sue bellezze.

            Paolo Pilla