a FRANCESCO CIMETTA
l’ambìto riconoscimento sul rispetto del verde, premio di questi tempi molto apprezzato.

Conosco l’azienda “Conca d’Oro” da quando ebbe a muovere i primi passi, l’ho vista crescere lento e bene, sempre compiaciuto. Era un tempo una casetta in via dei Colli a Conegliano di proprietà del mio caro amico Mario Cimetta, in cui ebbi a trascorrere tante ore liete. La frequentavo spesso, adiacente all’abitazione c’era una piccola cantina, dove Mario coadiuvato dalla moglie Franca vinificava quella bella uva che un tempo si chiamava Prosecco. Aveva una buona pressa con cui spremeva le uve a cui permetteva poi la fermentazione, tutto con religiosità ottenendo, senza altro aggiungere, un eccellente vino che amava definire “sur lie”. Son passati molti anni, ma il mio ricordo è vivo, anche di quando la moglie Franca abile e paziente, concludeva l’imbottigliamento fermando il tappo di sughero con lo spago. Francesco Cimetta era molto giovane allora, ma ebbe sicuro la capacità di catturare quei momenti di poesia. E gli son tornati utili, tanto da permettergli di raggiungere un bel traguardo. Nel tempo, e con serietà è riuscito a creare là vicino una seria cantina, i cui vini originati non soltanto dal Glera ma anche da altri vitigni bianchi e rossi, hanno buon mercato anche in terra straniera. L’entità del suo lavoro è costantemente aumentata, nel supporto della moglie e dei figli. Il progetto della nuova cantina in fase di costruzione a Collalbrigo ha ricevuto un riconoscimento

ambizioso, interiorizzato da “La Primavera del Prosecco Superiore”, inteso a premiare gli operatori del settore che rispettano il paesaggio, anzi lo valorizzano, nel loro saggio operare.

Penso che l’uomo ha bisogno di trovare appoggio dalla natura per i suoi intenti di lavoro, ma è bene rispettarla. Mene rallegro tanto Francesco. Ad meliora semper! Paolo Pilla