
Partirà il 12 agosto da Vicenza un viaggio della memoria in bicicletta per onorare Torquato e Franco Fraccon, padre e figlio partigiani deportati dai nazisti.

Un percorso di 1300 chilometri fino ad Auschwitz, nel nome della libertà e della giustizia.
Un viaggio di 1.300 chilometri in bicicletta, da Vicenza ad Auschwitz, per ricordare Torquato e Franco Fraccon, padre e figlio, partigiani cattolici vicentini deportati e morti nei campi di sterminio nazisti nel 1945.
È l’impresa simbolica e profondamente umana che partirà il prossimo 12 agosto da Vicenza, nell’ambito delle celebrazioni per l’80° anniversario della Liberazione.

Il progetto si intitola “1945–2025. 80 Memoria: Vicenza – Mauthausen – Auschwitz” ed è promosso con il patrocinio dei Comuni di Venezia e Vicenza, della Comunità Ebraica di Venezia, e con il supporto di Anpi, Aned, Iveser e altre realtà della memoria storica.
Protagonisti del viaggio sono Lucia Farina, nipote dei Fraccon (figlia della sorella di Franco), il marito Antonino Stinà, Paolo Massignan (figlio di “Gino” compagno di lotta dei Fraccon e sopravvissuto a Mauthausen), e Meme Pandin, amico e compagno di pedalate.
Insieme ripercorreranno le tappe del tragico percorso che, nell’ottobre 1944, portò Torquato e Franco alla deportazione.
La presentazione ufficiale si è tenuta nella mattinata di giovedì presso il Liceo Stefanini di Mestre, luogo simbolico dove un albero è già stato intitolato a Torquato Fraccon, riconosciuto nel 1978 come “Giusto tra le Nazioni”.


“Questo viaggio ha unito due città e sarà una testimonianza viva dell’impegno per non dimenticare – ha dichiarato la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano –; i Fraccon scelsero di non voltarsi dall’altra parte, aiutando molti ricercati del regime a fuggire verso la Svizzera. Il loro sacrificio non deve cadere nell’oblio”.
Presenti anche il presidente della Municipalità di Venezia Murano Burano, Marco Borghi, quello di Mestre Carpenedo, Raffaele Pasqualetto, la consigliera comunale di Vicenza Cecilia Bassanello, e rappresentanti dell’Anpi, della Comunità Ebraica di Venezia, dell’Iveser e della dirigenza scolastica.

La partenza vera e propria avverrà dalla casa dei Fraccon, in via dei Templari a Vicenza, con un “prologo della memoria” che toccherà luoghi simbolici della loro storia: il carcere di San Biagio, dove furono rinchiusi, e le pietre d’inciampo di Palazzo Leone Montanari, ex sede della Banca Cattolica del Veneto, dove lavorava Torquato.
Il percorso toccherà Mauthausen il 20 agosto e terminerà ad Auschwitz il 27. Sarà un cammino di memoria, ma anche di testimonianza attiva per le nuove generazioni.

“I Fraccon furono torturati, deportati, condannati per aver aiutato chi era braccato; morirono per un ideale di giustizia e solidarietà – ha ricordato Borghi –; raccontare la loro storia è un dovere morale, soprattutto oggi”.
L’iniziativa coinvolge anche numerose istituzioni culturali e scolastiche, tra cui l’Istrevi, l’Avl, le sezioni locali dell’Anpi e dell’Aned.
Un viaggio che è anche un ponte tra passato e futuro, per non lasciare che il sacrificio cada nel silenzio.
