
Per evitare nuovi incidenti e garantire la sicurezza lungo il fiume Piave, la Provincia di Treviso avvia una collaborazione con le Associazioni Ittico-Venatorie, coinvolgendo volontari esperti per intensificare le attività di informazione e prevenzione sul divieto di balneazione.
Dopo le recenti tragedie sul Piave, che hanno riacceso l’attenzione sui pericoli del fiume e sul divieto di balneazione, la Provincia di Treviso ha avviato una collaborazione con le associazioni ittico-venatorie del territorio per rafforzare l’informazione ai cittadini.
L’iniziativa, coordinata dalla Polizia Provinciale e promossa su impulso della Prefettura, mira a diffondere maggiore consapevolezza sui rischi idraulici del corso d’acqua, soprattutto in vista di Ferragosto, quando le presenze lungo le rive aumentano.
Il progetto nasce dal tavolo di lavoro convocato dalla Prefettura di Treviso nei mesi scorsi, che ha coinvolto Regione Veneto, Autorità di Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali, Provincia e Comuni rivieraschi.

Tra le azioni concordate, una campagna di comunicazione multilingue – già online – che illustra le norme vigenti e i pericoli legati alla balneazione nel Piave. Ora si aggiunge un presidio diffuso sul territorio, con il contributo delle guardie volontarie di FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea), FIDC (Federazione Italiana della Caccia) e Associazione Nazionale Libera Caccia.
“Vogliamo raggiungere il maggior numero possibile di cittadini per evitare che simili episodi si ripetano”, ha spiegato il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon; “Le guardie volontarie conoscono bene le caratteristiche del Piave e, grazie alla loro presenza, potranno dare un supporto fondamentale alle attività di sensibilizzazione, senza scopo sanzionatorio ma a tutela della popolazione”.
Sulla stessa linea il viceprefetto vicario Alessandro Sallusto: “Coinvolgere chi già opera lungo il fiume è un modo efficace per informare e prevenire, puntando tutto sulla consapevolezza dei rischi”.
Le associazioni hanno risposto compatte: Tommaso Cappuccio (FIPSAS) ha annunciato l’intenzione di allestire postazioni informative fisse, mentre Carlo Torresan (FIDC) ha ricordato che “la sola presenza di volontari in divisa può fungere da deterrente”, sottolineando l’obiettivo di diffondere materiale informativo; Paolo Maggion (Associazione Nazionale Libera Caccia) ha infine precisato che i volontari “interverranno soprattutto all’arrivo dei cittadini nelle aree rivierasche, per informarli subito”.
La Polizia Provinciale coordinerà le attività e ha già programmato riunioni operative per organizzare i turni di vigilanza.