L’intervista a Nevia Pizzul – Capello del consiglio direttivo dell’Associazione Culturale Italo-Tedesca di Venezia, curatrice della mostra.

Venezia come musa, tra passato e presente: ‘La marcia del tempo’ porta la creatività di due gruppi di artisti taiwanesi nel cuore della città lagunare, intrecciando arte contemporanea e musica da camera in un dialogo unico tra Oriente e Occidente.
Dal 23 agosto al 19 settembre 2025 l’Associazione Culturale Italo-Tedesca di Venezia presenta nella Galleria del Piano Nobile di Palazzo Albrizzi-Capello la mostra March of Venice, che raccoglie le opere di due gruppi di artisti taiwanesi sotto la curatela di Jason Kung.

L’esposizione non si limita a proporre un percorso visivo, ma si arricchisce anche di un programma musicale in occasione della vernice, rapportato a un preciso periodo storico italiano.
Il titolo inglese March of Venice è stato tradotto come La marcia del tempo a Venezia: il termine March non rimanda soltanto al movimento di una parata, ma simboleggia soprattutto lo scorrere del tempo, il suo avanzare inesorabile.
Venezia è infatti una città in continuo mutamento, che affronta sfide come il cambiamento climatico e l’afflusso turistico, mantenendo al contempo quella forza e quella bellezza che la rendono unica e riconoscibile nel mondo.
Ma “March” significa anche evoluzione: le opere degli artisti taiwanesi vogliono trasmettere non solo la fragilità e la storia millenaria della città lagunare, ma anche il loro percorso creativo e personale, un cammino collettivo che trova in Venezia la sua musa ispiratrice e il suo palcoscenico ideale.

Il programma musicale della vernice proporrà liriche da camera e romanze da salotto tra ’800 e ’900 di celebri autori come Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Ottorino Respighi, Gabriel Fauré, Claude Debussy e Francis Poulenc, con un particolare omaggio a Francesco Paolo Tosti. Le esecuzioni saranno affidate al soprano Federica di Rocco, accompagnata al pianoforte dal M° Simone De Bona, in un concerto di rara eleganza.
Guardando al passato, è interessante notare come la romanza da salotto dell’Ottocento fosse un genere pressoché sconosciuto al pubblico colto taiwanese.
In quel periodo, infatti, la scena musicale a Taiwan era dominata dalle tradizioni locali, come la musica beiguan e nanguan, profondamente radicate nella vita quotidiana.

Solo a partire dalla metà del XIX secolo, con l’apertura dei porti al commercio estero, la musica occidentale iniziò lentamente a farsi strada.
La sua formalizzazione arrivò soprattutto durante l’occupazione giapponese del 1895, quando nelle scuole venne introdotta l’educazione musicale di matrice occidentale.Questo spiega perché generi come la romanza da salotto, così diffusi nei salotti borghesi europei, non abbiano avuto allora un corrispettivo a Taiwan, dove il pubblico era maggiormente orientato verso l’arte e la letteratura classica cinese e le forme musicali tradizionali.

Solo nel XX secolo la musica occidentale ha cominciato ad avere una vera diffusione, fino a conquistare oggi un ampio pubblico anche nell’isola.
In questa prospettiva, la scelta di proporre a Venezia un repertorio cameristico italiano, nel “salotto del mondo”, rappresenta un gesto culturale di grande valore simbolico, che gli ospiti taiwanesi accoglieranno con particolare favore.
Ingresso libero fino a esaurimento posti, si prega di confermare la propria presenza al numero 041 5225475.