
Solido riferimento non solo per l’industria
È scomparso il 14 agosto il Dottor Stefano Dolcetta Capuzzo, figura di riferimento per l’industria vicentina e per il Gruppo Horien, da lui guidato con visione strategica e profondo legame con il territorio. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015, ha lasciato un segno nell’automotive e nell’imprenditoria veneta.
Questo giovedì 14 agosto è stata purtroppo annunciata la scomparsa del Dottor Stefano Dolcetta Capuzzo, figura centrale per la crescita e il rilancio del gruppo Horien.
Un uomo che ha lasciato il segno grazie alla sua straordinaria visione, determinazione e capacità di leadership, che hanno guidato l’azienda a partire dal 2007 in una nuova fase di sviluppo.
Già dagli anni ’70 Dolcetta aveva intrapreso un processo di internazionalizzazione, consolidando al tempo stesso un legame saldo con le sue radici venete.
Innovazione tecnologica, ampliamento dei mercati e responsabilità sociale hanno contraddistinto il suo percorso.
Nato a Vicenza il 16 febbraio 1949, laureato in Economia e Commercio con un master al CUOA, Dolcetta fu nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015.
Partito da incarichi commerciali nella FIAMM – anche in sedi estere – raggiunse i vertici dell’azienda come amministratore delegato e presidente.
Sotto la sua guida il gruppo introdusse innovazioni nei prodotti per l’energia, il suono e la connettività automotive, fino alla cessione del business delle batterie al piombo a Hitachi.
Accanto all’attività imprenditoriale, si impegnò anche sul fronte collettivo, sostenendo iniziative culturali e sociali nel territorio veneto e ricoprendo il ruolo di vicepresidente di Confindustria.
“Perdiamo un uomo che ha saputo allargare i confini della nostra azienda, guidandola con orgoglio verso nuovi orizzonti, riaffermandola anche in anni difficili – ha sottolineato Alessandro Dolcetta, vicepresidente Horien –. Quella del cugino Stefano è una perdita umana e manageriale: una figura di solidità e passione che resterà per sempre un punto di riferimento.”
Il gruppo si stringe alla famiglia Dolcetta, ricordando Stefano come un esempio destinato a ispirare presente e futuro.