Accoccolato alle pendici del Monte Grappa, il paese dai cento campanili è un’oasi di tranquillità tra Asolo e Monfumo. Di natura collinosa, Castelcucco è immerso in un paesaggio stupendo.

“Castello sulla cima” il significato di Castrum Chuchum, l’antico nome. Gli scavi eseguiti in località Patt permisero la scoperta di utensili primitivi risalenti al Paleolitico Medio, che se associati ai ritrovamenti di Asolo e Pagnano, si può ragionevolmente pensare che la zona fosse abitata 100.000 anni prima di Cristo. Attorno a Castelcucco sono ancor oggi presenti numerose grotte, che permettevano agli antichi abitanti il facile rifugio; nei pressi di Patt son venuti alla luce i resti di un mammut. E lì l’uomo rimase presente anche nel Neolitico: selci e manufatti in pietra più raffinati usati dai Protoliguri, che 2000 anni fa vi si stabilirono. A loro seguirono gli Euganei, che dettero presto posto ai Venetici, a cui si devono i “Castellieri” detti anche “motte o mutare”, che servivano per l’avvistamento e le segnalazioni; l’arrivo dei Romani diede maggior sicurezza, rese difendibili le zone. I Longobardi erano presenti già da tempo: in una delle due tombe scoperte nel centro della città, c’erano i resti di un bambino con il suo corredo funebre e una piccola croce d’oro. Di queste epoche sono state rinvenute testimonianze nelle inesauribili cave di terra rossa in località Patt.

I princìpi, i modi di vivere dei popoli susseguitisi, creavano una certa confusione nei comportamenti. Si rese necessaria la formazione del sistema delle “Regole”, per assicurare l’autonomia dei Colmelli, nonché il rispetto del culto. È ancor vivo nella popolazione il ricordo della “Regula de Castrocucho”, a cui dovevano obbedienza gli abitanti di Carpene e di Patt. Questi avevano in cuore San Bartolomeo, mentre i vicini di Collo Muxoni veneravano San Giorgio. Ma c’è dell’altro, accanto a ogni chiesetta esisteva un fortilizio.

L’autonomia dei Colmelli non pregiudicava tuttavia il legame e l’obbedienza verso Treviso prima e Asolo poi, che imponevano tassazioni.

Nel 1695 il paese fu gravemente colpito dal terremoto, terribile! Due case su tre andarono distrutte, gravi danni subì la chiesa, il campanile parzialmente crollò. Un secolo dopo la zona era ancora  in cattivo stato. Dopo la caduta della Serenissima il territorio ne subì un altro di terremoto, stavolta di natura amministrativa: nel 1806 Castelcucco, e atri Comuni persero l’autonomia, divennero frazioni del comune di Asolo. Il disagio però non durò a lungo, nel 1810 Castelcucco tornò Comune.

Trent’anni dopo del primo se ne verificò un altro di sisma, e il campanile lesionato crollò definitivamente. Ancora i disagi non erano finiti: nel 1928 Castelcucco fu privato una seconda volta della sua autonomia, fino al 1946, epoca in cui la riebbe a pieno titolo, definitivamente.

Tra le strutture religiose di rilievo è la seicentesca chiesa di San Giorgio, al cui interno vi sono numerosi affreschi; quello di maggiore pregio è il San Giorgio che sta per uccidere il drago.

Buono è l’organo Tamburini, del 1942. I danni subiti  a causa del terremoto ebbero conforto nel corso del ‘700, seppur con alcune varianti.

Sparsi per il paese si trovano numerosi capitelli dedicati a Santa Lucia, San Bartolomeo (San Bortolo), San Francesco, Santa Margherita, San Gaetano e Santa Giustina.

I principali edifici d’interesse sono il Palazzo Municipale, esempio di architettura civile del XX secolo, caratterizzato da una facciata sobria e funzionale; il museo ex latteria – “El casel”, che conserva le attrezzature d’epoca, importante esempio di archeologia rurale.

Ci son poi le Ville venete: Villa Malfatti del ‘700, dell’architetto veneziano Giorgio Massari, che abbiamo ricordato con la Villa Lattes di Istrana. La si trova  sulla strada che sale verso Paderno del Grappa. È curiosamente collegata a due ville, un passaggio riservato ne collega una, villa Pinarello, all’oratorio dedicato a San Francesco, chiesetta di pianta ottagonale. L’insieme di quel raggruppamento di edifici formava già in origine, il Borgo Perusini.

Ricco di boschi, e con un laghetto d’acque cristalline, Il territorio è interessante per farsi un percorso nella natura, alla scoperta di flora, fauna, e degli antichi oratori.             Paolo Pilla