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Retroscena sull'omicidio del 71enne Eliseo David
AVEVANO PIANIFICATO TUTTO
La moglie il mandante, due killer gli esecutori materiali
TREVISO – (gp) E' stato un omicidio premeditato e pianificato nei minimi dettagli quello del 71enne Eliseo David, narcotizzato e soffocato nel suo letto di casa in via delle Acacie a Campolongo di Conegliano la notte tra mercoledì e giovedì scorso. Un piano smascherato dopo 17 ore di interrogatorio fiume a cui è stata sottoposta la mente e la mandante del delitto, Laura De Nardo, la moglie 61enne della vittima che alla fine è crollata di fronte alle domande degli inquirenti confessando. E' stata lei ad architettare l'uccisione del marito per ereditare il suo patrimonio, al momento quantificato in almeno 500 mila euro, ma all'appello mancano ancora beni mobili e immobili che gli investigatori stanno valutando. Ancora lei ha avanzato la proposta a Ivan Marin, 36enne disoccupato di Vazzola che conosceva la famiglia David in quanto saltuariamente svolgeva qualche lavoro nella loro casa. Non ancora chiaro come si sia messa insieme la banda, ma di sicuro c'è che quella notte nella stanza di Eliseo David c'erano Ivan Marin e Gennaro Geremia, 48enne pregiudicato di Visnà di Vazzola che di professione fa il manutentore in un hotel di Mestre. Sono loro gli esecutori materiali dell'omicidio, loro hanno usato lo straccio recuperato da una maglietta della vittima, che solo la moglie sapeva dove si trovava, imbevendolo con un solvente per narcotizzare Eliseo David. Loro hanno poi premuto il cuscino sul volto del 71enne fino a farlo soffocare. Un particolare inquietante è però quello che riguarda la moglie, Laura De Nardo. Ha fatto entrare in casa i killer, si è fatta legare le mani dietro la schiena e le caviglie aspettando al piano inferiore che venisse commesso l'omicidio nella stanza al primo piano. Poi è andata a svegliare la figlia, che soffre di problemi psichici e che ora è stata affidata a un parente, e le ha raccontato della presunta rapina subita in cui il patrigno era stato ucciso. Il motivo? Il racconto veritiero della figlia agli inquirenti avrebbe coperto il delitto, sarebbe in pratica stato la conferma all'alibi della donna. Un fatto grave e inquietante, che aveva scosso la cittadinanza alla cui mente è tornato il delitto di Gorgo al Monticano, ma che poi si è risolto in maniera diversa, come spiega ai nostri microfoni il questore di Treviso, dottor Carmine Damiano.
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