La candidata di Unione Popolare Lucia Tundo ai microfoni di Radio Veneto Uno

Lucia Tundo si è candidata con Unone Popolare Unione Popolare perché c’è bisogno di un totale ripensamento sulla distribuzione delle risorse, perché troppa parte di queste porta profitti a pochi privando del necessario la grande maggioranza della popolazione, massacrando l’ambiente e lo stato sociale o quello che ne resta e che vogliamo riprenderci e rincara la dose dicento, hanno proprio ragione, sottolinea orgogliosamente, come hanno detto, la nostra è proprio la lista dell’agenda Robin Hood.
Sposata, due figli universitari, 59 anni, laureata in storia e critica delle arti, bibliotecaria, da tempo immemorabile attiva in movimenti di base come Non Una di Meno, comitati (referendum contro il nucleare e la privatizzazione dell’acqua, no inceneritore, no SPV eccetera) e centri sociali, pacifista senza se e senza ma. A cavallo degli anni ’10 ha diretto una piccola associazione di promozione culturale, FareTreviso, totalmente autofinanziata, che ha portato in città, fra gli altri, Luigi De Magistris, Piercamillo Davigo, Domenico Finiguerra e Hörður Torfasson.
È stato detto che quella di Unione Popolare è l’agenda Robin Hood – ribadisce ancora – mi candido con loro proprio per quello: nella semplificazione della metafora rende perfettamente l’idea, premettendo l’opposizione senza compromessi alla guerra, a tutte le guerre!
Possiamo vedere tutti che la situazione sociale, economica e ambientale è in un momento di crisi gravissima, quasi irreversibile e di cui la guerra in atto è un aspetto particolarmente feroce. È altrettanto chiaro che tutti questi problemi sono strettamente connessi tra loro e irrisolvibili singolarmente o senza un ripensamento profondo dei modi, dei tempi e delle condizioni del nostro modo di vivere e di produrre. La distribuzione delle risorse va totalmente rivista e ripensata.
Troppa parte di queste porta profitti a pochi privando del necessario la grande maggioranza della popolazione, massacrando l’ambiente e lo stato sociale. Stato sociale che vogliamo riprenderci!