Questa bella isola, dalla storia millenaria, è una parte del nostro Paese ben distinta da tutte le altre Regioni d’ Italia, a visitarla si rimane stupefatti. In Sardegna è tutto straordinario. Ne ho fatto da pochi giorni il periplo, un po’ stancante per il desiderio di voler vedere tanto, ma ne valeva la pena.

La flora, dai colori intensi, è stupenda. La fauna ha qualche animale tipico: il gatto selvatico derivante dalla specie nord-africana, seppur ridotto ormai a pochi esemplari, e il cervo sardo, snello, di stazza modesta.

Una particolarità singolare e gradevole, sono le sedi stradali. Pur non essendoci autostrade, le vie di comunicazione principali sono tenute bene. Da ambo i lati le accompagna un muro di vegetazione, formato da alberi o arbusti di vari colori, cosa molto piacevole.

Soddisfare il piacere della gola è gioia, la cucina sarda è ricca di opportunità. Con tanto bel mare il pesce è un’eccellenza, ma non c’è solo quello, anche all’interno si gustano ottimi cibi.

L’idioma sardo è una lingua indoeuropea del gruppo romanzo, complicata, un sistema dialettale disgiunto da quello europeo neolatino d’Italia, Francia, Spagna.  “Eja” è il sì della Sardegna.

Una forma pratica per visitare la Sardegna è andare in aereo fino a Cagliari, poi con un’auto farci il giro, e da lì riprendere il volo per il rientro. Qui di seguito, l’itinerario che ho percorso con il mio compagno di viaggio, Piero, persona valida e gentile. D’altronde, così dev’essere, per non tornare a casa nemici dopo una settimana di contatto costante. È più volte successo che persone di rango, dopo una crociera in barca a vela, che tiene i componenti tanto tempo a stretto contatto, abbiano perso l’amicizia. Noi siamo tornati più amici di prima.

Ma eccoci a CAGLIARI

Capoluogo della Regione, Cagliari è città dalla storia plurimillenaria. La piana del Campidano fu abitata fin dal neolitico, tre millenni prima di Cristo. Ci fu poi la civiltà nuragica con i suoi villaggi preistorici, che più di ogni altra la caratterizzano, perché abbraccia una storia di quindici secoli. Sono numerosi i Nuraghe (imponenti costruzioni di pietre senza leganti), che testimoniano la storia dell’età del Bronzo e del ferro. Erano intensi i rapporti con Micene, e con i Fenici. Ne è prova la ceramica micenea trovata in ambiente nuragico. Quei popoli esercitavano il commercio nel Mediterraneo, si stabilirono in Sardegna nell’VIII secolo a. C., e fondarono colonie sul mare, utili a favorire i loro commerci. Tra queste, Karalis, appunto Cagliari.

Ebbe l’influenza di Cartagine, e all’indomani della guerra punica entrò a far parte dell’impero romano come “Caralis”, luogo giurisdizionale di “Sardinia et Corsica”. Nel ‘300 fu a capo del Regno di Sardegna che durò fino al 1861, quando con la seconda guerra d’indipendenza, fu creato il Regno d’Italia. Vittorio Emanuele II fu l’ultimo re di Sardegna (1849/1861), e il primo re d’Italia (1861/1878).

Le influenze ascrivibili ai vari momenti storici hanno regalato alla città un diversificato patrimonio culturale, e architettonico. A toccante testimonianza, si va dalla necropoli di Tuvixeddu, la più grande necropoli punica situata all’interno della città, ai Nuraghe, all’anfiteatro romano. Di notevole interesse sono oggi i quartieri centrali, i quattro storici che ospitavano le differenti classi sociali: a Stampace i mercanti, al Marina i pescatori, al Villanova i pastori, e al quartiere fortificato di Castello (Castédhu ‘e Súsu), i nobili. Abbiamo tentato di visitarlo, ma mi è stato possibile solo da fuori. La lunga camminata mi ha lasciato stanco per due giorni. È ammirevole l’architettura della cattedrale,

anch’essa del XIII sec., e spettacolare il suo interno dentro a cui prestavano giuramento i tre “stamenti” (il parlamento sardo). L’interno è di rara solennità. Monumento barocco, ha la facciata rinnovata in stile romanico, avendo preso spunto dal duomo di Pisa. C’è poi il Palazzo dei re del Regno di Sardegna edificato nel periodo aragonese, la residenza  ospitava i rappresentanti del re nel periodo aragonese, spagnolo e anche sabaudo. E ancora le mura e le torri pisane, oltre a edifici in stile neoclassico, neogotico, in liberty. È d’uopo una visita al Museo Archeologico, ospitato in un ex arsenale, che espone bronzi, ceramiche, e manufatti dall’età nuragica e bizantina, e al Cimitero monumentale di Bonaria, situato su di una preesistente necropoli punica, che comprende grotte scavate nella roccia, e numerose cappelle inserite tra la vegetazione.

All’ingresso del cimitero, ci sono alcune palle di pietra che, utilizzando catapulte di legno, furono lanciate dagli Aragonesi per assediare i Pisani nel 1324, per cui ne conseguì la conquista della città.

Qui è sepolto Gigi Riva “Rombo di tuono”, grandemente amato dai cagliaritani, ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei tifosi del Cagliari, che ha portato a vincere lo scudetto nel 1970″.

Una curiosità: c’è qui una bella donna 35quenne, ligure, la First Lady della Morte. Tanatoesteta, si prende cura del morto nella bara, lo trucca per eliminare i segni della morte. Lo fa in modo attento, sembra che il defunto dorma sereno. Per far ciò ha dovuto conseguire la patente, presta la sua opera in Sardegna, in Lombardia, e in Piemonte. Ama il suo lavoro, è molto ricercata.

 A Cagliari nacque Amedeo Nazzari, a lui è dedicata la piazza nel Parco della Musica, di fronte al Teatro Lirico.

Va aggiunto che parte della storia di Cagliari si trova sotto il suolo; sono grotte in parte visitabili, come le cripte di Santa Restituta e Sant’Eulalia.

A implementare la bellezza del paesaggio, l’oasi naturale attorno alle Saline del Molentargius, 2.700 ettari che ospitano decine di migliaia di uccelli acquatici di 50 specie diverse. Maggior spettacolo è dato dagli aironi e dai fenicotteri rosa.

Sono ben otto i chilometri di litorale, la spiaggia del “Poetto” di soffice sabbia bianca, lambita da acqua cristallina, che si estende tra Cagliari e Quartu Sant’Elena. È detta anche spiaggia dei Centomila per via della sua estensione, ed è uno dei principali luoghi della vita notturna estiva della città. Similmente al Lido di Venezia, è una striscia di sabbia con alle spalle la laguna, a separarla dalla città.

Sarebbe proprio il caso di fermarsi più a lungo, ad apprezzare le tante cose della città, ma il tempo stringe, la Sardegna ha tanto da farci vedere.                Paolo Pilla