Padiglione del Giappone alla Biennale di Architettura

19. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia

“NEL MEZZO”

A cura di Jun Aoki

IN-BETWEEN: la curatela di Jun Aoki porta a Venezia

lo spirito senza tempo di una nazione che da sempre accoglie la natura

In-Between , la mostra curata dall’architetto Jun Aoki e commissionata dalla Japan Foundation, per il Padiglione del Giappone, presenta un approccio e una visione nuovi – e al tempo stesso antichi – che ribaltano la prospettiva umano-centrica predominante, in linea con il tema proposto dalla Biennale Architettura 2025 a cura di Carlo Ratti. La mostra esplora l’ambigua intersezione e il dialogo tra elementi umani e non umani, naturali e artificiali, proponendo un’idea in cui l’uomo e l’ambiente si pongono su un piano di parità, trascendendo il dualismo tra soggetto e oggetto. Nell’antica lingua giapponese, questo concetto è espresso con il termine “ma”, che significa “in mezzo”.

In-Between presenta un’installazione architettonica che risponde a due domande pressanti:

  • Come dobbiamo rapportarci al mondo in presenza di minacce come la crisi climatica?
  • Come potremmo confrontarci con la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale?

Panoramica della mostra Due team – Taichi Sunayama + Toshikatsu Kiuchi e Asako Fujikura + Takahiro Ohmura – esplorano queste domande attraverso i due livelli del Padiglione: i pilotis all’aperto e la galleria superiore, unificati da un “buco” quadrato centrale che attraversa il pavimento sovrastante. Questo foro diventa un simbolo della conoscenza frammentata, collegando gli spazi e fungendo da nucleo concettuale. Sette elementi architettonici (il Foro, le Colonne del Muro, i Muri Esterni, la Terrazza di mattoni, la Pensilina, il Percorso ad anello inclinato e l’albero) dialogano in modo speculativo con cinque esseri umani. Questo scambio immaginario costituisce la base di un’installazione audiovisiva che presenta queste “cose” come protagonisti che immaginano il futuro del Padiglione.

Un dialogo immaginario con l’IA Anziché utilizzare l’IA, il dialogo in corso è una finzione sceneggiata da Fujikura + Ohmura, un’interazione immaginaria con una futura IA più relazionale. Nella galleria al piano superiore, opera di Fujikura + Ohmura, i video sincronizzati presentano questo mondo speculativo: un monitor sospeso a una colonna dà voce agli elementi, mentre le proiezioni mostrano cinque esseri umani che cenano e un paesaggio visivo reattivo, suggerendo un’inversione dello sguardo umano-non umano.

Variazioni web generative Questo dialogo automatizzato online, sviluppato da Sunayama, viene ampliato in infinite variazioni, attraverso IA generativa, personalizzate per ogni “attore”, e trasmesso su uno speciale sito web allo stesso ritmo della performance che si svolge al piano superiore durante il periodo della mostra. Queste sono continuamente aggiornate online e doppie da narratori sintetici. Una versione è trasmessa in streaming su un iPhone al piano pilotis, creando un’esperienza speculare con la galleria al piano superiore.

Rende visibile l’invisibile Un disco ellittico riflettente al piano pilotis, progettato dal gruppo Sunayama + Kiuchi, riflette i fasci di luce dei riflettori sul soffitto della galleria, materializzando la presenza del Foro. Il percorso ad anello inclinato, formato da binari in ceramica stampati in 3D e riempiti di terra, ospita piante in crescita, curate quotidianamente dal personale, che mettono in scena la convergenza tra cura umana e tempo ecologico.

In-Between come possibilità futura Questa mostra propone una soggettività ibrida, 2in-between”, tra umano e non umano, naturale e artificiale, che riecheggia sia il concetto giapponese di “ma” che quello di cyborg di Donna Haraway. Piuttosto che una conoscenza universale, l’IA (come gli esseri umani) opera attraverso il coinvolgimento e il contesto. Mentre ci troviamo di fronte a un momento “cambriano” dell’evoluzione dell’IA, In-Between offre una visione di speranza che si forma attraverso la coesistenza reciproca.

Il Padiglione del Giappone collabora con Kolor (fondato nel 2004), marchio famoso per la sua visione unica del mondo che ha guadagnato un grande seguito sia a livello nazionale che internazionale. I costumi dei cinque attori che compaiono in una delle opere video esposte nel Padiglione del Giappone, così come le uniformi indossate dal personale di sorveglianza e di guida alle opere, sono stati tutti creati con materiali provenienti dall’archivio di kolor. Inoltre, realizza le 400 borse commemorative in edizione limitata.

In occasione della Biennale Architettura 2025, il Padiglione Giappone riaprirà al pubblico rinnovato grazie a una donazione della Fondazione Ishibashi. Sono infatti appena terminati i lavori di ristrutturazione e di efficienza energetica, diretti dall’architetto Toyo Ito, per rendere ecologico.

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