Terzo episodio nell'arco di appena 90 giorni: allarme cessato dopo trenta di minuti
ANCORA UN ALLARME BOMBA IN VIA VERDI: TRIBUNALE EVACUATO
Telefonata anonima alle 8.56, tutto il personale costretto a uscire
TREVISO – (gp) Terzo allarme bomba nel giro di appena novanta giorni in tribunale a Treviso. Alle 8.56 una telefonata anonima diretta al centralino del palazzo di giustizia di via Verdi ha annunciato la presenza di un ordigno. “C'è una bomba, oggi scoppierete tutti” ha riferito una voce maschile, che poi si è scoperto che stava parlando da una cabina telefonica nelle immediate vicinanze del centro storico. Immediate sono dunque scattate le misure di sicurezza e l'intera struttura è stata fatta evacuare. Sul posto sono intervenuti gli uomini della Digos della questura di Treviso e i carabinieri, che hanno provveduto a “bonificare” gli uffici e le aule del tribunale. Fortunatamente, dopo i controlli di rito, la situazione è tornata alla normalità meno di mezz'ora più tardi con disagi molto limitati per le udienze previste in giornata. Dipendenti, magistrati utenti del palazzo di giustizia sono stati dunque fatti rientrare e l'allarme è cessato. Come detto è la terza volta che il tribunale viene preso di mira in appena tre mesi. Il primo allarme bomba di questo 2014 risale al 28 marzo, il secondo invece all'11 giugno scorso quando nei bagni del secondo piano venne rinvenuta una scatola con all'interno un circuito stampato e dei fili elettrici ma senza inneschi o esplosivi. In quel caso gli uomini della Digos riuscirono a identificare e denunciare a tempo di record il bombarolo, un 48enne che voleva così far saltare un'udienza in cui la sua abitazione sarebbe dovuta andare all'asta.
Il procuratore capo Michele Dalla Costa
"CHI DEVE PROVVEDERE, PROVVEDA"
“L'appello da parte nostra è sempre lo stesso. Ovviamente contro le telefonate non possiamo fare nulla, i controlli vengono sempre eseguiti e questa volta hanno dato esito del tutto negativo. E quindi abbiamo soltanto un rallentamento dell'attività. Speriamo che chi deve provvedere alla sicurezza riesca in qualche modo comunque a garantire il non accesso di oggetti o di persone malintenzionate all'interno del tribunale. Naturalmente l'emergenza riguarda tutte le persone che frequentano il palazzo di giustizia. Questo oltre a essere una seccatura potrebbe anche essere fonte di preoccupazione".
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