Treviso vanta un patrimonio architettonico di rara bellezza. Son tante le cose da scoprire in questa città. Andiamo intanto a conoscere le mura difensive, e i loro varchi.

Già in epoca romana esisteva qualche fortificazione, ma per parlare di vere e proprie possenti mura difensive a Treviso, va atteso il dodicesimo secolo, quando la città si dotò di alte mura merlate attraversate da tredici porte. All’alba del XVI sec, però, la struttura medioevale non bastò più: la Repubblica Serenissima si trovò a combattere contro la coalizione della Lega di Cambrai, che aveva l’intento di spartirsi i domini veneziani. Subìta una prima sconfitta ad Agnadello, Venezia pensò bene di fortificare i suoi possessi in terraferma. Per Treviso, il Consiglio dei Dieci affidò il progetto al frate francescano Giovanni Giocondo da Verona, architetto di grande esperienza, che era stato chiamato a Venezia per il progressivo interramento della laguna. Fra Giocondo provvide alla bisogna facendo deviare il Brenta fuori della laguna, verso il mare. Poi, coadiuvato dal condottiero Bartolomeo d’Alviano, pose mano al compito di rendere forte la città di Treviso. Ne fece demolire le mura medioevali, e tutti gli edifici a esse vicini. Al loro posto edificò un’imponente cinta muraria, dotandola di 12 validi bastioni.

Completate le mura, creò intorno alla città un profondo fossato, deviò il corso del Botteniga in modo di poter allagare, con un complesso sistema di chiuse, la spianata circostante. All’esterno fece tabula rasa tutt’intorno, per un’ampiezza di oltre cinquecento metri: case, chiese, conventi, alberature. Con quanto messo in opera da Fra Giocondo, la lega non poté aver ragione. Treviso fu salva, e Venezia ringraziò.

L’accesso alla città, che era stato ridotto a tre porte, fu in seguito adeguato con l’apertura di alcuni varchi, in parte nella direzione delle antiche porte del 300. Per ben tre secoli, i governatori succedutisi rispettarono il divieto di costruire fuori mura. Oggi, sopra le mura c’è un terrapieno

alberato, che permette un’ottima passeggiata frondosa. La Porta San Tomaso e la Porta Santi Quaranta sono maestose, quasi archi di trionfo. La Porta Altinia è più limitata,

anch’essa realizzata nel ‘500, in luogo della vicina Porta medievale di cui conserva le volte, con mattoni e tratti di decorazioni in pietra d’Istria. Era utilizzata un tempo per raggiungere il fiume Sile, e trasportare le merci a Venezia. Nel 1797, alla caduta della Serenissima, il Leone di S. Marco messo a guardia sul lato esterno della porta, sparì, e non se n’ebbe più traccia.

Porta Santi Quaranta, invece, che garantiva l’accesso da Ovest, il suo leone lo ha in bella mostra, seppur ché non è l’originale, a suo tempo cannoneggiato. La porta prende il nome dai soldati romani martirizzati nel 320, per la loro fede cristiana.

La facciata esterna è in pietra d’Istria, con tre archi, quello centrale serviva per i carri. È presente in altorilievo il leone di San Marco, e due cannoniere. Distrutto da Napoleone  nel 1797, il leone fu sostituito da una copia nel 1909. La facciata interna è intonacata. Era decorata con una riproduzione pittorica del leone di San Marco, che per le intemperie è ingiallita. È bello il vano interno con volte a crociera, capriate di legno a sostenere un sottotetto che fungeva da sala d’armi, oggi amato dai pittori. Ho avuto occasione di accedervi per intervistare appunto uno di loro. Questa è una cosa un po’ curiosa: chi deve uscire dalla città, trova un’iscrizione in latino (Porta Sanctorum Quadraginta), mentre è in lingua veneta per chi vi entra (Porta de Sancti Quaranta).

Per superare il fossato c’erano un tempo due ponti levatoio, uno per i carri ed uno per i pedoni, il tutto  sostituito nel ‘700 dall’attuale ponte in muratura, decorato in pietra d’Istria.

Arrivando a Treviso da nord, dalla strada Pontebbana, per accedere alla città troviamo la Porta San Tomaso, di sicuro tra le tre  la più maestosa. Le mura cinquecentesche le fanno adito, onorate.  È il classico ARCO TRIONFALE, che sfoggia la sua ricchezza di decorazioni in pietra d’Istria, e si conclude con una caratteristica cupola in piombo, sovrastata da una statua effigiante San Paolo.

Si sarebbe dovuta chiamare Porta Nana, dal nome del Podestà Paolo Nani che nel 1518 la fece costruire, e che vi fece erigere appunto la statua del santo suo omonimo. Il successivo podestà Francesco Mocenigo che era anche il Capitano di Treviso, su invito del Senato Veneto ne modificò il nome, al fine di consacrare la porta al vescovo di Canterbury San Tomaso Becket.  A onorare il nome del podestà, non rimase che  la statua di San Paolo.

È molto bello Il leone di San Marco sul fronte esterno, ma  non è l’originale, neanche lui. L’attuale statua è stata sistemata nel 1857, in sostituzione del primigenio in bronzo, distrutto dai Francesi nel 1797. Da molti anni non è più permessa la circolazione all’interno della Porta a tutti i veicoli a motore, ma va ricordato che nei primi anni del’900, veniva addirittura attraversata dal tram.

Della cortina muraria, considerata un monumento caratteristico della città, è stata programmato il restauro conservativo, sia sopra che sotto terra. E con esso, la riqualificazione del sistema difensivo idraulico. Il Ponte de Pria, ammirevole capolavoro voluto dal grande scienziato Fra Giocondo, è il partitore che divide il Botteniga nei tre Cagnani cittadini. È stato la chiave di volta della sicurezza idraulica, ma anche permette a Treviso di essere attraversata da numerosi canali, talvolta anche sotto le abitazioni. Da ciò il nome di Treviso città d’acque.

Andrà riqualificato anche il Portello, che fungeva da dogana. È partito un restauro imponente, attraverso il quale avremo la percezione di com’era Treviso  cinquecentesca, e sarà  un primo passo per candidare le storiche mura a patrimonio Unesco.  Altre opere di difesa veneziane, come Palmanova e Peschiera del Garda, son già diventate siti Unesco.

Con la prossima puntata, entreremo in città attraverso queste Porte, per andar a conoscere alcune delle cose belle, che si trovano all’interno della cinta muraria.            Paolo Pilla