Gianfranco Vianello, Direttore della CNA Mandamento di Oderzo

ODERZO – È una bocciatura netta quella che arriva dalla CNA Mandamento di Oderzo sul terzo decreto correttivo in materia fiscale approvato dal Governo.
Secondo l’associazione di categoria, che rappresenta le piccole e medie imprese dell’area Opitergino-Mottense, il nuovo provvedimento non affronta le vere criticità del sistema fiscale italiano, ma si limita a modifiche tecniche e interpretative che lasciano intatto il caos normativo.
«Il tempo delle toppe è finito – dichiara Gianfranco Vianello, direttore della CNA opitergina; serve una riforma fiscale vera, definitiva, concreta; le imprese non ce la fanno più: ogni nuovo adempimento, anche se chiamato “semplificazione”, si traduce in più costi, più tempo sprecato, più incertezza; non è pensabile costruire un Paese competitivo se chi produce è costretto a passare più tempo dal commercialista che con i propri clienti».
Le parole di Vianello sono l’espressione di un malcontento diffuso tra le oltre 10.000 realtà produttive dell’Opitergino-Mottense, che danno lavoro a circa 40.000 persone.
Il contesto economico, già reso instabile dalla minaccia dei dazi americani su settori strategici come il mobile e la componentistica meccanica, è reso ancor più difficile da un sistema fiscale giudicato incomprensibile, instabile e soffocante.
La CNA denuncia come anche i professionisti facciano fatica a orientarsi tra norme e scadenze in continuo mutamento, con le imprese costrette a investire tempo e denaro in consulenze solo per riuscire a rimanere in regola.
Il risultato? Nessun beneficio concreto, né per le imprese né per l’Erario.
«A parole si parla di semplificazione – prosegue la nota della CNA –, ma nei fatti si moltiplicano le regole. Si invoca il dialogo tra fisco e imprese, ma si costruiscono percorsi a ostacoli e alla fine a pagare il prezzo più alto sono sempre gli artigiani, i piccoli imprenditori, chi lavora davvero sul campo».
La richiesta è chiara: una riforma organica, coraggiosa, stabile, in grado di liberare risorse oggi soffocate dalla burocrazia e di restituire slancio all’economia locale. «Le imprese non chiedono privilegi – conclude Vianello –: vogliono solo poter lavorare, investire, crescere ma non possono più farlo in un sistema che cambia ogni tre mesi e che mina alla base la loro competitività, serve un cambio di passo, prima che sia troppo tardi».